Il titolo della mostra trae spunto da una scritta letta per caso dall’artista sui muri di Napoli. Il controverso tema dell’identità, messo a nudo ironicamente da questa frase, è al centro della mostra dell’artista che propone una selezione eterogenea di lavori in cui riscontra una costante ricerca che, partendo dalla dimensione intima, affronta questioni centrali di carattere pubblico e politico, come la questione del diritto alla mobilità o la de-costruzione delle identità di genere.
Con Nada que declarar (2019) l’artista si pone l’obiettivo di sfuggire alla rappresentazione dominante e binaria di genere. In questo lavoro Raimondo combina una serie di foto identikit che la ritraggono nuda con un megafono al pube, insieme a una serie di ritratti eseguiti degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires in cui l’artista assume pose che alludono ad alcuni nudi femminili celebri nella storia dell’arte.
Si genera così una rappresentazione ambigua dettata dall’uso megafono, che da una parte amplifica i suoni vaginali e dall’altra allude ad una forma fallica.
I temi dell’identità religiosa e culturale invece vengono affrontati in Derrière la mer (2018), e Nel dubbio (2016) con sovrapposizioni di simboli e riferimenti identitari differenti.
Partendo dalla dimensione universale e simbolica del mare, nella partitura di Derrière la mer la Raimondo intreccia estratti di interviste con alcuni riferimenti al mare presenti nella Bibbia e nel Corano, interpretati dalla mezzo soprano Edka Jarząb e il baritono Jérôme Porsperger.
Infine, la fondazione di un partito utopico, il Fronte Nazionale Naso Partenopeo, nel quale l’artista apre una riflessione corale sulle microazioni quotidiane di trasformazione ed emancipazione sociale, attraverso un lavoro previo di interviste ad attiviste e cittadine partenopee. Un (non) partito, rappresentato da una non bandiera esposta in mostra insieme a vari materiali propagandistici, con l’obiettivo di determinare una frizione con il presente del dibattito politico.
“Il lavoro di Anna Raimondo è un luogo d’incontri e scambi, che si nutre dell’ascolto nel processo e nella formalizzazione finale col pubblico. I processi relazionali che l’artista attiva interrogano spesso la costruzione di genere nei comportamenti quotidiani e pubblici, mettendo in dialogo il suo femminismo quotidiano con l’atteggiamento delle altre persone. Può essere definito un viaggio nelle diversità sociali che facilita e crea aree di possibili interazioni, dissonanze, negoziazione e creazione corale di senso.” (Nancy Casielles e N. Suarez, 2016)
Molti dei suoi lavori si concentrano in maniera peculiare sulla creazione d’incursioni nello spazio e la sfera pubblica, nel suo continuo tentativo di ricreare spazi e tempi di ascolto all’interno del panorama urbano, creando in questo modo dispositivi di spaesamento e dislocazioni di senso. Attraverso la fluidità del suono l’artista connette spazi, tempi e persone e riflette su temi e identità rimosse dalla memoria o dalla società.
La mostra è dunque un itinerario liquido tra lavori sonori, progetti relazionali e atti performativi realizzati dall’artista in diverse parti del mondo.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con Ex Elettrofonica e Cantieri d’Arte – La ville ouverte e con il supporto di Wallonie-Bruxelles International. Si ringraziano Massimo De Giovanni per la collaborazione all’allestimento e Casale del Giglio per la degustazione dei vini il giorno dell’opening.
Anna Raimondo (nata nel 1981 in Italia, vive e lavora a Bruxelles, BE)
Dopo il Master in Sound Arts (UAL, London, UK), Raimondo si dedica ad un dottorato basato sulla sua pratica artistica combinando un approccio femminista decoloniale con sound art e geografia urbana, “New genders of listening: voice, body and territory”. Ha realizzato mostre personali tra cui: “Seremos serias de la manera más alegre” curata da Florencia Curci alla Casa del Bicentenario (Buenos Aires, ARG); “New boundaries of the Wellness of Vagynal Ecosystem” curata da Lucrezia Cippitelli alla galleria Ex Elettrofonica (Rome IT); “New boundaries of the Wellness of Vagynal Ecosystem” curata da Juan Matos Capote al Museo TEA (Santa Cruz de Tenerife, ES); “Mi porti al mare?” curata da Nancy Casielles e Nancy Suárez alla MAAC (Brussels, BE); “Nous serons sérieuses de la manière la plus joyeuse” al Cube-Independent Art Room (Rabat, MA). Ha partecipato a mostre collettive e biennali come: “Every Time A Ear di Soun – a documenta 14 Radio Program” alla SAVVY (Berlin, DE); “Africa is not an island” al museo MACAAL (Marrakech, MA); “Invisible” curata da Alya Sebti alla tredicesima Biennale di Dakar (SN); “Loading…Casa” curata da Salma Lahlou alla Dubai Design Week; la quarta Biennale di Casablanca curata da Christine Eyene (MA); la quinta Biennale di Marrakech; etc. https://annaraimondo.com/
Anna Raimondo
Fronte Nazionale Naso Partenopeo
a cura di Marco Trulli
Inaugurazione giovedì 16 gennaio 2020, dalle ore 18.30
AlbumArte | Via Flaminia 122, Roma
Aperta al pubblico fino al 29 Febbraio 2020
Fronte Nazionale Naso Partenopeo
- DOVE
- AlbumArte
- Via Flaminia, 122
- QUANDO
- Dal 16/01/2020 al 29/02/2020
- 18:30
- PREZZO
- GRATIS
- ALTRE INFORMAZIONI
- Sito web
- albumarte.org