Ha inaugurato lo scorso 25 settembre alle Gallerie d’Italia di Napoli la mostra “Andy Warhol. Triple Elvis” a cura di Luca Massimo Barbero.
L’esposizione, aperta al pubblico sino al prossimo febbraio, presenta un corpus significativo di opere di Andy Warhol (Pittsburg 1928 – New York 1987): tra queste i tre fondamentali cicli grafici riuniti per la prima volta e provenienti dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati. La collezione Agrati, importante raccolta d’arte contemporanea formata tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento, è di recente confluita, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico di Intesa Sanpaolo. La mostra-dossier prende avvio dall’opera Triple Elvis del 1963, anno in cui l’artista lavora sulla ripetizione dell’immagine in occasione della mostra dedicata agli «Elvis Paintings» alla Ferus Gallery di Los Angeles. È in questo contesto che per la prima volta Warhol inizia a inserire nelle sue opere personaggi che egli stesso, anticipando i tempi, definisce “famosi”. Contestualmente sarà possibile vedere l’evoluzione della sua ricerca negli anni Sessanta e nei primissimi anni Settanta attraverso tre importanti cicli grafici qui esposti insieme in una visione inedita: Marilyn, Mao Tse-Tung e Eletric Chairs.
Come dichiara Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo: “La ricchezza di capolavori presenti nelle raccolte d’arte della Banca, a partire dall’eccezionale nucleo della collezione Agrati, rafforza la volontà di condividerne sempre più la varietà, la bellezza e il valore nelle nostre Gallerie d’Italia. Nasce da qui il nuovo approfondimento che il museo di via Toledo dedica al “Triple Elvis”, opera iconica di Warhol. L’iniziativa conferma la vocazione di uno spazio vivo, aperto e dinamico, capace di generare proposte originali che parlano a tutta Napoli e alle migliaia di turisti che scelgono questa magnifica città.”
Il percorso espositivo si apre con due cicli di opere grafiche, la straordinaria serie di 10 serigrafie Electric Chairs dove l’immagine di una sedia elettrica diventa icona politica ma anche una meditazione sull’umanità e sulla morte, e le 10 serigrafie in cui l’artista, attraverso l’uso deciso del colore, mostra il Ritratto di Mao, eseguite nel 1972, anno del viaggio di Nixon in Cina. Nella stessa sala, dedicata al grande capolavoro Triple Elvis, è presente anche un’altra serie universalmente celebrata, quella delle Marylin, del 1967, che consacra il mito hollywoodiano, divenuti oggi emblema dell’artista americano.
n mostra anche un ritratto di Warhol: una piccola e delicata opera fotografica di Duane Michals, fotografo americano, in cui l’artista appare e scompare. Concludono questa ricercata mostra i due Vesuvius della collezione Intesa Sanpaolo, a testimonianza dell’importante legame che l’artista ebbe non solo con l’Italia, ma soprattutto con la città di Napoli, grazie anche a personalità di spicco come Lucio Amelio che lo coinvolse in una serie di esposizioni fondamentali per la storia della città. L’opera “Vesuvius” è parte di una serie prodotta nel 1985 con la quale Warhol ha proposto una nuova interpretazione del Vedutismo napoletano. Disse l’artista a questo proposito: “Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario ed anche un grande pezzo di scultura. Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale”. 1985 al Museo di Capodimonte si tenne la mostra Vesuvius by Warhol: qui l’artista presentava 18 tele dedicate allo stesso tema, realizzate con accostamenti di colori e toni sempre differenti. Già in occasione del terremoto del 1980 si era confrontato con il tema della violenza della natura, coinvolto dallo stesso Amelio nell’iniziativa “Fate presto”.
L’esposizione fa parte del progetto Vitalità del Tempo, a cura di Luca Massimo Barbero, per approfondire lati inediti delle collezioni della Banca. Parte dello stesso ciclo sono le sei sale allestite, sempre al secondo piano delle Gallerie d’Italia di Napoli, in cui è possibile ammirare opere di importanti artisti dalla fine degli ‘40 agli anni ‘90 del Novecento tra cui Fontana, Kounellis, Boetti e Sol Lewitt.
PER INFO
Gallerie d’Italia – Napoli Museo di Intesa Sanpaolo a Napoli
25 settembre 2024 – 16 febbraio 2025