Dal 10 maggio al 7 giugno 2019 Gilda Contemporary Art presenta ALMA, personale di Silvia Trappa, a cura di Cristina Gilda Artese, con un testo critico di Paola Stroppiana.
Dopo i corpi acerbi delle Sante adolescenti, vulnerabili e forti allo stesso tempo, Silvia Trappa, con il progetto inedito ALMA, trae ispirazione dall’iconografia religiosa per un’acuta riflessione sull’immagine delle donna nella società contemporanea, e più in generale su concetti come resilienza e potere, maternità e metamorfosi.
Se l’infanzia e l’adolescenza erano lette come momenti di passaggio per la mente e per il corpo, caratterizzati da purezza e al contempo dal pericolo espresso da un’intrinseca vulnerabilità, la Madonna è la ragazza che diventa donna, che ha nel suo potere di generare vita il suo mistero più grande: la sua iconografia veicola questa capacità attraverso il sapiente utilizzo di elementi paradigmatici che si ripetono, seppur con variazioni, in tutte le culture, con esiti di grande impatto visivo, e precedono la religione cattolica in un’ottica pre-confessionale che affonda le radici in tempi remoti. La Vergine Nera, la Grande Madre, la Pietra Sacra, l’Herma, l’Alma Mater, sono espressioni dell’Eterno Femminino in un’ottica prettamente spirituale, presente a tutte le latitudini: una visione diacronica dove il passato si rigenera ogni volta nel presente, assumendo valori nuovi per ogni generazione.
La serie delle Madonne Lauretane presentata in mostra è composta da cinque Madonne che simboleggiano idealmente differenti tipi di donna delle diverse latitudini: Mediterraneo, Asia, Sud America, Europa e Nord Europa. Per rappresentarle Silvia, che da sempre si confronta con la resina e la ceramica sulla quale interviene con un senso pittorico raffinato ed evocativo, ha scelto di riflettere su un canone formale ed estetico che prevede, questa volta, la pratica della scultura in legno (materiale usato nella statuaria sacra, elemento che l’artista ha scelto di rispettare) e l’utilizzo di carte accuratamente scelte e disposte come preziosi tessuti.
In parallelo alle Madonne Silvia sceglie di presentare le Matriyoshke in ceramica smaltata dall’aspetto estremamente materico, e un’installazione che rappresenta l’iconografia della Nuestra Senora della Soledad, realizzata in ceramica con la tecnica raku. L’artista ha saputo interpretare queste figure con una riflessione maturata nel tempo che ha influito sulla sua ricerca espressiva e formale, in una piena circolarità di immaginazione tra pensiero e tecnica, visione e materia, artista e soggetto rappresentato. Donna vergine, Madre che nutre, consolatrice, figura che intercede; tutt’altro che fragile, essa possiede un dono straordinario: la forza salvifica dell’amore disinteressato che continua a generarsi, la cui sola presenza è simbolo di resilienza, chiave di accesso all’eterno per lo spirito dell’uomo di ogni tempo, oltre ogni confessione religiosa e ogni credo.
In mostra sarà disponibile il numero di Or not, rivista monografica di anomalie contemporanee edizioni Arsprima, dedicato a Silvia Trappa e uscito nel 2015.
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