Dopo il grande successo di DECADES presso il Guido Reni District di Roma, Philobiblon Urban Project presenta THE UNCHANGING WORLD solo show di Alice Pasquini, curato da Federico Sordi e Matteo Ghirighini.
A distanza di tre anni l’artista torna ad esporre nella sua città natale, scegliendo la sede romana della Philobiblon Gallery ed entrando così nel calendario del Philobiblon Urban Project, realtà nata dall’incontro di Filippo Rotundo – fondatore della libreria antiquaria, casa d’aste e galleria d’arte Philobiblon Gallery con sedi a Roma, Milano, Londra e New York – e Federico Sordi, appassionato conoscitore del fenomeno della Street Art italiana e romana.
THE UNCHANGING WORLD è un viaggio introspettivo, personale, nel vissuto evolutivo tra infanzia ed età adulta: nella terra di mezzo che è lo spazio transizionale, sottile linea di confine tra realtà soggettiva e oggettiva, il punto d’incontro dove conversano gioco, creatività e illusione. Conscio, inconscio e feticcio. Ispirandosi ai concetti introdotti da Donald Winnicott, Alice ripercorre il passaggio da uno stato evolutivo ad un altro, dando vita ad oggetti transazionali che il bambino utilizza nel passaggio ad una realtà oggettiva condivisa senza esserne traumatizzato.
Si entra così in una casa delle bambole abbandonata e consumata dal tempo, perduta – un luogo non luogo – in cui ognuno può sperimentare il ricordo di sè bambino, spiando attraverso il buco della serratura di se stesso, fra il proprio Io consapevole e quell’Io che il suo consapevole ha creato. E’ così che l’oggetto artistico si esprime, come quello transazionale, e non appartiene né alla realtà interna né al mondo esterno ma a quell’area di illusione tra la dimensione soggettiva e la dimensione oggettiva.
Quest’area intermedia rappresenta quella stessa “illusione… che nella vita adulta è parte intrinseca dell’arte e della religione” e il territorio dove hanno origine il vivere creativo che si manifesta, dapprima, nel gioco, e successivamente nella vita culturale. Mappa antica, manoscritta, imprecisa, verso il luogo in cui sorge quel vivere creativo che nasce nel gioco dell’infante e matura – e rare volte persiste – nella vita adulta. Quella stessa età della ragione e del buonsenso che sottostà alle regole culturali che conosciamo – pur con tutte le infrazioni che non raccontiamo; con la sua realtà attuale, forse immutabile, pur con tutti i suoi molteplici presenti immaginari, credibili nei nostri sogni e desideri.
Un percorso dedicato alla magia del farsi di noi stessi. Un cammino che ci mostrerà, spiandola da fuori, la nostra propria immagine: perché il tempo non cambia e le case che abbiamo pensato, raccontato, disegnato, costruito da bambini sono quelle stesse identiche che abitiamo da adulti.
Alicé è una delle poche esponenti femminili della street art che opera attivamente in ambito internazionale, le sue opere si possono ammirare sui muri delle città ma anche nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo, Sydney, New York, Singapore, Barcellona, Mosca, Parigi per citarne alcune.