Presentata ieri da Fulvio Colangelo presso gli spazi di Ki-Gallery, la mostra personale “Erotic Fairy Tales” dell’artista e ricercatrice brasiliana Katia Canton propone un’interessante sguardo post-moderno sull’elaborazione del linguaggio delle fiabe e delle favole all’interno del sistema della comunicazione e dell’estetica contemporannee.
L’artista Katia Canton, ricercatrice, curatrice e vice-direttrice del Museu de Arte Contemporanea di San Paolo del Brasile, ha presentato ieri, martedì 7 luglio, ventidue fotografie e una piccola e ironica installazione nel corso di un 1-Day-Expo presso la Ki-Gallery di Fulvio Colangelo a Torino. Da decenni, le fiabe rappresentano il nucleo centrale della pratica estetica di Katia Canton.
La ricerca di Katia Canton prende il via da racconti ascoltati in famiglia dalla zia. I racconti rimangono impressi nella ragazzina timida. Col passare del tempo l’artista li riprende e li analizza per come sono stati raccontati da Perrault (Charles Perrault, 1628-1703), dai fratelli Grimm (Jacob Grimm, 1785-1863, e Wilhelm, 1786-1859), da Andersen (Hans Christian Andersen, 1805-1975) e infine li paragona con la trasformazione che hanno subito più vicino ai giorni nostri, con l’arrivo della multinazionale Disney, che li ri-contestualizza in una società moderna americana fortemente patriarcale, de-sessualizzandoli, banalizzandone la portata narrativa e la narrativa originaria.
L’artista realizza dunque i suoi giocattoli eroticizzandoli, portando le figure ad una scomparsa del loro ruolo che si riteneva educativo recente e riavvicinandosi a qualcosa di antico, di più prossimo all’originale. Il loro diventare giocattoli sessuati li riveste di una patina di gioco, facendo ironicamente sorridere lo spettatore e aprendo un fertile dibattito sul senso del sesso all’interno del lavoro educativo.