giovedì , 26 Dicembre 2024

Philippe Daverio. Cimabue Primitivista?

Cimabue, Crocifissione, 1280 - 1285, affresco, Assisi, Basilica Superiore di San Francesco (in Guardar Lontano, Veder Vicino di Philippe Daverio)
Cimabue, Crocifissione, 1280 – 1285, affresco, Assisi, Basilica Superiore di San Francesco (in Guardar Lontano, Veder Vicino di Philippe Daverio)

Philippe Daverio, Guardar Lontano, Veder Vicino. Esercizi di Curiosità e di Storie dell’Arte, 2013, Rizzoli

In un passaggio del libro Guardar lontano, veder vicino, recentemente edito da Rizzoli e presentato al Salone del Libro di Torino, Philippe Daverio analizza, attraverso l’indagine dello strato sottostante della Crocifissione, i morfemi stilistici che caratterizzavano il linguaggio di Cimabue

A partire dalla prefazione Guardar lontano, veder vicino, recentemente edito da Rizzoli e presentato al Salone del Libro di Torino, Philippe Daverio introduce la possibilità di un racconto non conformista dei più noti capolavori dell’arte italiana. Fino al termine del libro, dedicato alla drammatica Resurrezione di Lazzaro di Caravaggio, il critico d’arte mantiene la promessa iniziale, continuando ad illuminare le opere trattate con uno sguardo ironico e curioso.
Nelle prime pagine, Philippe Daverio, tentando un’affascinante analisi dell’opera di Giotto in parallelo agli insegnamenti di San Francesco, mette a confronto il primitivismo del medievale Cimabue con quello caro a Picasso e a tanti esponenti delle avanguardie storiche. L’autore narra la complessità di una poetica che, dietro all’essenzialità delle forme, cela una ricerca raffinatissima ed un riferimento costante alla personalità dell’artista. Questa serie di suggestioni multiformi e di viaggi nel tempo appare con frequenza nel libro, indicata come “Daveriologia”: libera e creativa associazione di idee, finalizzata alla stimolazione dell’interesse del lettore.
Tra il 1280 il 1285, Cimabue lavora nella Basilica di San Francesco ad Assisi, dove esegue gli affreschi delle vele sopra il presbiterio e quelli delle pareti del transetto. La Crocifissione, che Philippe Daverio descrive mirabilmente, si trova sul transetto sinistro (un’altra Crocifissione si trova sul transetto destro) ed è uno dei maggiori capolavori di Cimabue.
I colori hanno subito un’inversione cromatica per l’ossidazione del bianco di piombo usato dal maestro. La composizione e il disegno restano, tuttavia, immutati, svelando interventi originari e le intenzioni embrionali del pittore. Dell’aspetto cromatico originale rimane solo un frammento prezioso, in cui possiamo scoprire una sofisticata e sorprendente gamma di colori. Possiamo notare l’accostamento del rosa al verde marcio, all’ocra e al marrone: volontà di delicatezza, eleganza ed effetto scenico. Attraverso questa composizione, Cimabue realizza un’immagine tragica e solenne. Continui contrappunti marcano i contrasti tra cielo – dove volano gli angeli – he terra – dove le figure umane si raggruppano – e tra destra – dove i Filistei gridano contro Cristo – e sinistra – dove i dolenti piangono. Il gesto disperato della Maddalena, con le braccia tese verso Cristo, bilancia dalla parte opposta la gestualità minacciosa dei Filistei. Lo scontro di masse, forme e linee corrisponde alla tensione dei sentimenti: odio e dolore, violenza e pietà.
Philippe Daverio analizza, attraverso l’indagine dello strato sottostante ora emerso in superficie, i morfemi stilistici che caratterizzavano il linguaggio di Cimabue. I segni venuti alla luce hanno la stessa forza di alcune opere espressioniste del XX secolo. Non si tratta certo di un cortocircuito storico, ma del talento individuale dell’artista e delle formule corrispondenti a valori umani inalterati e inalterabili. Philippe Daverio ci mostra, in questo senso, le affinità tra questa Crocifissione e Fanciullo con Disegno di Pupazzo di Giovan Francesco Caroto (prima metà del XVI secolo), il Ritratto di Hanna Böckstiegel (1920) di Peter August Böckstiegel e lo Studio per Les Demoiselles d’Avignon (1907) di Picasso. Per questo – spiega Philippe Daverio –, la critica ottocentesca definiva primitivista la pittura di Cimabue, in quanto esplorazione delle profondità dell’anima e pura ricerca dell’innovazione.

Philippe Daverio
Guardar Lontano, Veder Vicino. Esercizi di Curiosità e di Storie dell’Arte
2013
Rizzoli

http://www.rcsmediagroup.it/
http://www.rizzoli.eu/

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.

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