giovedì , 21 Novembre 2024

L’arte totale di Faust Cardinali in mostra a Parigi alla Galerie MiniMasterpiece

Con “Les griffes du Capital” Faust Cardinali presenta i suoi ultimi gioielli scultura alla Galerie MiniMasterpiece di Parigi, sino al 14 gennaio 2022

Faust Cardinali

 

Faust Cardinali è un artista totale. In lui arte e vita si compenetrano realmente in una circolarità di tecnica e poetica che è potenza del pensiero nel quotidiano, atto creativo che scompagina le regole, parola che definisce: le sue opere non sono simili a nulla, impossibile catalogarle in qualche stile o tendenza, appartengono ad un paradigma che conduce verso nuovi mondi e dimensioni.  Il suo stesso nome ( il destino nel nome!) riporta ad una curiosa combinazione concettuale che bene racconta la persona, come se l’espressione latina nome omen qui davvero risuonasse di nuovi significati: Faust, il medico-teologo tentato da Mefistofele (e quale tentazione migliore per un orafo il segreto alchemico?) è legato ad un cognome che richiama la religiosità; una tensione tra forze opposte – sacralità e sfida alla materia – che, pur mediata da una visione panica come ode alla vita, è sempre presente nel suo lavoro.

Faust Cardinali, anello, bracciale e uncino intercambiabili, argento 925, bronzo dorato e oro giallo 24 c. rame e granato

 

Sfida alla materia e amore per la medesima, dunque, senza gerarchia né condizionamenti in nome della preziosità, così come ben dimostra tutto il suo percorso artistico, in cui pittura, scultura e oreficeria sono discipline liquide, in costante dialogo partecipativo eppure autonome, capaci di stimolare nuove tecniche e usi imprevedibili di materie non convenzionali in oreficeria, come il polivinile o la resina accostati all’argento, proprio in nome di una intima discontinuità organica, generatrice di nuovi equilibri. E ancora: alluminio, oro, addirittura pane carbonizzato: contraddizioni apparenti che raggiungono nuovi equilibri di ibridazione, in una circolare commistione di significati e rimandi.

 

                                        Faust Cardinali,  Les griffes du Capital, 2021

 

 

È lo stesso Faust a rendere chiara questa assenza di gerarchia quando afferma, nell’appendice del volume Petrolio Bianco – The Happy End:…nella descrizione delle opere non è presente nessuna indicazione di misura, né di taglia né di proporzione. Un gioiello è una scultura immensa, un’installazione monumentale diviene minuscola, un paesaggio dipinto diviene miniatura. […] La volontà è quella di annullare le gerarchie delle discipline artistiche, di liberare il gioiello, di dinamitare l’oreficeria classica […] Installazioni, monumenti eventuali prendono in considerazione questo tempo del fare, questa materia plasmabile. Per un’arte in tempore, più che in situ.”.

 

Faust Cardinali, Collier Riddick, 2021, pezzo unico

 

 

Un’Arte senza tempo dunque, un’archeologia del presente e del futuro che è idea e forma, ma non funzione, poiché le sculture-gioiello di Faust escono dalle esigenze dell’indossabilità e persino del genere,  poichè hanno in loro elementi che ne impediscono una catalogazione unidirezionale: sono simulacri del pensiero, quindi da intendersi senza scala né sesso, strumenti articolati come un nuovo linguaggio ancora da decifrare, oggetti che occupano il Tempo con loro presenza /assenza e si adattano allo spazio o al corpo che li ospita in quel momento con la forza di una dichiarazione poetica.

 

 

Faust Cardiali, La Garro-tina, collier, pezzo unico, 2017, argento, oro, diamenti, smeraldo, acciaio, plexiglass, collezione privata

 

Non manca in Faust una capacità narrativa notevole, ironica, ossimorica, capace di spostare il significato semantico della parola, di alterarlo o piegarlo in nuove connessioni come nel crogiolo dell’orafo, con un approccio da filosofo che analizza in primis sé stesso con uno sguardo privo di autocompiacimenti e che esprime non solo con le parole ma attraverso l’opera, composta volutamente da più materiali come se questi fossero asserzioni filosofiche che costruiscono il pensiero. Nel catalogo realizzato per la mostra al Museo Civico di San Sepolcro nel 2012 l’artista enuclea 4 punti (Faust) Cardinali e punteggia con arguzia un universo mentale in cui verbalizza il proprio pensiero creativo in categorie: Nord disegno-teoria, Sud pittura-liquidità, Est scultura-plastificazione, Ovest oreficeria-tecnologia.

Straordinario il suo manifesto sul Gioiello d’Artista del 2013 con ben 26 dichiarazioni differenti, in cui evidenzia le contraddizioni e le verità insite in un’opera che risponde a canoni di atemporalità, libertà interpretativa, adattabilità, impossibilità di scindere la forma dalla funzione come elementi fusi in uno stesso elemento magmatico:  l’artista specifica come il gioiello d’artista nella sua visione sia una provocazione, uno “schiaffo metallico” e “leggermente  eccitante”, piuttosto che una carezza sul corpo, come ebbe a dire la celebre designer di gioielli Viviana Torun.

 

Faust Cardinali, Dottor Virgula, Collana in argento 925, oro 18k, alluminio, rutenio, bronzo dorato, diamanti, granati e alluminio, 2021, pezzo unico

 

Faust Cardinali collabora con Esther de Beaucé della Galerie MiniMasterpiece di Parigi dal 2013, galleria da anni impegnatata a livello internazionale nella produzione e promozione del gioiello d’artista e contemporaneo con collaborazioni di grande prestigio. “Les griffes du capital” è la  terza mostra personale di Cardinali in  galleria e per questa occasione presenta quindici gioielli inediti, tra cui un mirabile anello – bracciale caratterizzato da un uncino intercambiabile, che dà il titolo alla mostra. Un titolo  che dimostra, ancora una volta, la capacità dell’artista di misurarsi con significato delle parole in modo creativo e personalissimo: il collegamento con la moda, espresso dal termine griffe, qui intesa come necessità senza tempo di decorare il corpo attribuendo a questa scelta una identità di stile, si sovrappone qui al suo significato letterale, quell’artiglio che emerge dorato nel gioiello e con elegante aggressività conduce all’idea del Capitale, umano e d economico. Come spiega l’artista: Si tratta di una serie di pettorali, collane, sculture, anelli. Il titolo della mostra «Les griffes du capital» richiama anche una delle opere esposte, un bracciale-anello che rimanda ad un grosso artiglio, un uncino a cui potersi “agganciare” all’idea stessa che l’artista ha del mondo. L’idea del Capitale – materialista e ideale – può essere intesa come risultato gioioso o doloroso di un attacco al corpo, un artiglio che lascia il segno, di forma e significato”.

Faust Cardinali, anello in argento 925, alluminio, bronzo dorato, quarzo citrino, rosette di diamanti, 2021 pezzo unico

 

Scultore pittore e orafo, Faust Cardinali, figlio del pittore italiano Franco Cardinali, madre francese, nasce a Parigi nel 1961; dopo aver vissuto a Parigi, e per breve tempo anche in Sicilia, si trasferisce con la famiglia a Chiusi della Verna, nella provincia di Arezzo; frequenta l’Istituto d’Arte di Sansepolcro, dove affina la sua naturale predisposizione per il disegno, la pittura e l’oreficeria. Nel 1986 vince il concorso internazionale De Beers, ma sceglie di proseguire la propria ricerca declinandola su più discipline. Sempre negli anni ’80 si affranca dall’influenza pittorica paterna dell’Informale, pubblicando un saggio breve “Scritti non ritti” edito dalla Scheiwiller. Gli anni ‘90 sono importanti per la realizzazione di installazioni monumentali, mostre personali e collettive in musei nazionali come l’IRCAM – Centre George Pompidou e il Museo d’Arte Moderna di Parigi, cui seguono due retrospettive al Museo Civico di Sansepolcro.

 

Faust Cardinali, Chimera aretina parigina, pendente, argento 925, oro 18c. alluminio, ottone, antenna di apparecchio radionfonico, ferro, acquamarina, diamnte, granato, plexiglass, polivinile, caucciù 1997-2007

 

Il suo lavoro appare nelle principali collezioni pubbliche e private dell’Europa e dell’Asia: ha progettato installazioni in situ come “Battesimo – un affare liquido ”(Eglise Saint Sulpice, Parigi, 2001), “Cinquecentomila artisti ”(Castello di Poznan, Polonia, 2006), ha presentato sculture in resina per le mostre “Repérage” (Inter Gallery Art Center, Seoul, 1994) e “En attendant 20 (0) 12 ”(Espace Julio Gonzalez, Paris, 2005); ha ideato progetti architettonici tra cui “Undercover” nello showroom iGuzzini a Parigi nel 2005. I suoi gioielli-scultura sono stati esposti al Musée des Arts Décoratifs (Parigi, 2013 e 2018), IRCAM – Centre George Pompidou (“Dieci reliquie viventi”, Parigi, 1998) e nell’ambito di importanti mostre tra cui “Medusa, bijoux et taboos” al Museo d’Arte Moderna della Città di Parigi (2017) e “Oggetti ambigui” al Museo Bozar di Bruxelles (2018). Nel 2009 ha creato COPYRITTO, un nuovo concept nella produzione in edizione limitata del gioiello-scultura. Ha presentato il suo “Manifesto dei gioielli d’artista” durante una conferenza al Musée des Arts Décoratifs (Parigi) nel 2013. Nel 2014 la sua scultura “Chimera aretina parigina”, iniziata nel 1997 e fultimata 10 anni dopo, è stata acquisita per le collezioni permanenti dal Louvre: si tratta di un pendente – pettorale, un gioiello-scultura in argento, oro, alluminio, diamanti, granato e un’antenna di radio che la trafigge: al centro è posta una acquamarina, e il tutto è immerso nella resina vinilica. L’opera richiama nel nome la celebre scultura etrusca in bronzo risalente al V secolo A.C., oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

 

Faust Cardiali, La Garro-tina, collier, pezzo unico, 2017, argento, oro, diamenti, smeraldo, acciaio, plexiglass

 

 

Un’altra sua opera molto nota è la collana Garro-tina, che evoca nel nome e nella forma la garrota, strumento di tortura ma anche di piacere in equilibrio tra eros e thanatos; straordinario gioiello in plexiglass, oro argento diamanti e smeraldo della Colombia, appartiene oggi alla prestigiosa collezione di Solange Thierry de Saint Rapt mentre alcune sue opere sono nella celebre collezione di Diane Venet.

Oggi Faust continua la sua personale ricerca, la tensione verso la prossima sfida tra Parigi e Chiusi della Verna, nella magia del suo laboratorio “locus solus”, come da lui stesso definito.

PER INFO

Faust Cardinali. Le griffes du Capital

Galerie MiniMASTERPIECE, Paris  19 novembre – 14 gennaio 2022

Version française

L’art total de Faust Cardinali exposé à Paris à la Galerie MiniMasterpiece

 

Faust Cardinali est un artiste total. En lui, l’art et la vie s’entremêlent réellement dans une circularité de technique et de poétique qui est la puissance de la pensée dans le quotidien, un acte créatif qui bouleverse les règles, une parole qui définit : ses œuvres ne sont pareilles à nulle autre, il est impossible de les cataloguer à l’intérieur d’un style ou d’une tendance quelconque, elles appartiennent à un paradigme qui nous entraîne vers de nouveaux mondes et de nouvelles dimensions. Son nom lui-même (le destin dans le nom !) renvoie à une curieuse combinaison conceptuelle qui décrit parfaitement sa personne, comme si l’expression latine nomen omen exprimait vraiment ici de nouvelles significations : Faust, le médecin-théologien tenté par Méphistophélès (et quelle meilleure tentation pour un orfèvre que le secret alchimique ?), est associé à un patronyme évoquant la religiosité ; une tension entre des forces opposées – le caractère sacré et le défi lancé à la matière – qui est toujours présente dans son travail, même si elle est rééquilibrée par une vision panique comme ode à la vie.

 

Faust Cardinali_vue de l’exposition

 

Le défi lancé à la matière et l’amour pour celle-ci, donc, sans hiérarchie ni conditionnement au nom de la préciosité, comme le montre bien tout son parcours artistique où la peinture, la sculpture et l’orfèvrerie constituent des disciplines liquides, entretenant constamment un dialogue participatif et pourtant autonome, capables d’encourager de nouvelles techniques et des utilisations imprévisibles de matières non conventionnelles en orfèvrerie, comme le polyvinyle ou la résine associés à l’argent, au nom précisément d’une intime discontinuité organique, génératrice de nouveaux équilibres. Mais aussi : de l’aluminium, de l’or, et même du pain carbonisé : des contradictions apparentes qui atteignent de nouveaux équilibres d’hybridation, dans un mélange circulaire de significations et de renvois.

Faust lui-même précise cette absence de hiérarchie lorsqu’il affirme, dans l’appendice de son livre Petrolio Bianco – The Happy End, que « … la description des œuvres ne contient aucune indication de mesure, ni de taille ni de proportion. Un bijou est une sculpture immense, une installation monumentale devient minuscule, un paysage peint devient miniature. […] La volonté est d’annuler les hiérarchies des disciplines artistiques, de libérer le bijou, de dynamiter l’orfèvrerie classique […] Des installations, des monuments éventuels prennent en considération ce temps du faire, cette matière modelable. Pour un art in tempore plutôt que in situ.

Un art sans temps, donc, une archéologie du présent et de l’avenir qui est idée et forme, mais qui n’est pas fonction, car les sculptures-bijou de Faust échappent à l’exigence de devoir être portables, et même aux exigences du genre, car elles contiennent des éléments qui empêchent un catalogage unidirectionnel : ce sont des simulacres de la pensée, qu’il faut donc appréhender sans échelle ni sexe, des instruments articulés comme un nouveau langage nécessitant encore d’être déchiffré, des objets qui occupent le Temps avec leur présence/absence et qui s’adaptent à l’espace ou au corps qui les accueille à ce moment-là avec la force d’une déclaration poétique.

 

Faust Cardinali_vue de l’exposition

 

Faust n’est pas dépourvu d’une forte capacité narrative, ironique, oxymorique, capable de déplacer la signification sémantique du mot, de l’altérer ou de la plier dans de nouvelles connexions comme dans le creuset de l’orfèvre, avec l’approche d’un philosophe qui s’analyse in primis lui-même avec un regard dépourvu d’autosatisfaction et qui exprime non seulement avec les mots, mais à travers son œuvre, composée volontairement de plusieurs matériaux comme s’il s’agissait d’affirmations philosophiques qui construisent la pensée. Dans le catalogue réalisé pour l’exposition au Museo Civico de San Sepolcro en 2012, l’artiste souligne 4 points (Faust) Cardinaux et balise avec esprit un univers mental dans lequel il verbalise sa pensée créatrice en catégories : Nord dessin-théorie, Sud peinture-liquidité, Est sculpture-plastification, Ouest orfèvrerie-technologie.

Son manifeste sur le Bijou d’Artiste de 2013 est extraordinaire, avec pas moins de 26 déclarations différentes dans lesquelles il souligne les contradictions et les vérités inhérentes à une œuvre qui répond à des canons d’atemporalité, de liberté interprétative, d’adaptabilité, d’impossibilité de séparer la forme de la fonction en tant qu’éléments fondus dans un même élément magmatique : l’artiste précise que dans sa vision, le bijou d’artiste est une provocation, une « gifle métallique » et « légèrement excitante », plutôt qu’une caresse sur le corps, comme l’avait affirmé la célèbre designer de bijoux Vivianna Torun.

Faust Cardinali collabore depuis 2013 avec Esther de Beaucé de la Galerie MiniMasterpiece de Paris, une galerie engagée depuis des années au niveau international dans la production et la promotion du bijou d’artiste et contemporain avec des collaborations très prestigieuses. Les griffes du capital est la troisième exposition personnelle de Faust Cardinali dans la galerie ; pour cette occasion, il présente quinze bijoux inédits, donc une splendide bague-bracelet caractérisée par une griffe interchangeable, qui donne son titre à l’exposition. Un titre qui montre, une fois de plus, la capacité de l’artiste de se mesurer à la signification des mots de manière créative et extrêmement personnelle : le lien avec la mode, exprimé par le terme griffe, considérée ici comme la nécessité hors du temps de décorer le corps en attribuant à ce choix une identité de style, se superpose à sa signification littérale, cette griffe dorée qui émerge du bijou et conduit avec un mélange d’élégance et d’agressivité à l’idée du Capital, humain et économique. Comme l’explique l’artiste : « Il s’agit d’une série de pectoraux, de colliers, de sculptures, de bagues. Le titre de l’exposition – Les griffes du capital – renvoie aussi à une des œuvres exposées, un bracelet-bague évoquant une grosse griffe, un crochet avec lequel pouvoir s’« accrocher » à l’idée même que l’artiste a du monde. L’idée du Capital – matérialiste et idéal – peut être considérée comme le résultat joyeux ou douloureux d’une attaque contre le corps, une griffe qui laisse sa marque, de forme et de signification. »

Faust Cardinali_vue de l’exposition

 

Sculpteur, peintre et orfèvre, Faust Cardinali, fils du peintre italien Franco Cardinali et d’une mère française, est né à Paris en 1961 ; après avoir vécu à Paris, et pendant une courte période en Sicile, il s’installe avec sa famille à Chiusi della Verna, dans la province d’Arezzo ; il fréquente l’Institut d’Art de Sansepolcro, où il affine sa prédisposition naturelle pour le dessin, la peinture et l’orfèvrerie. En 1986, il remporte le concours international De Beers, mais choisit de poursuivre ses recherches en les déclinant en plusieurs disciplines. Toujours dans les années quatre-vingt, il s’affranchit de l’influence picturale paternelle liée à l’Informel en publiant chez Scheiwiller un court essai intitulé Scritti non ritti. Les années quatre-vingt-dix sont importantes pour la réalisation d’installations monumentales et d’expositions personnelles et collectives dans des musées nationaux tels que l’IRCAM – Centre George Pompidou et le Musée d’Art Moderne de Paris, suivies par deux rétrospectives au Museo Civico de Sansepolcro.

Ses œuvres figurent dans les principales collections publiques et privées d’Europe et d’Asie : il a conçu des installations in situ comme Baptême – une affaire liquide (église Saint-Sulpice, Paris, 2001), Cinq cent mille artistes (Château de Poznan, Pologne, 2006), présenté des sculptures en résine lors d’expositions telles que Repérage (Inter Gallery Art Center, Séoul, 1994) et En attendant 20 (0) 12 (Espace Julio Gonzalez, Paris, 2005) ; il a produit des projets architecturaux comme Undercover dans le showroom iGuzzini à Paris en 2005. Ses bijoux-sculpture ont été exposés au Musée des Arts Décoratifs (Paris, 2013 et 2018), à l’IRCAM – Centre George Pompidou (Dix reliques vivantes, Paris, 1998) et dans le cadre d’expositions importantes comme Medusa, bijoux et tabous au Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2017) et Objets ambigus au Musée Bozar de Bruxelles (2018). En 2009, il a créé COPYRITTO, un nouveau concept dans la production en édition limitée du bijou-sculpture. Il a présenté son Manifeste des bijoux d’artiste lors d’une conférence au Musée des Arts Décoratifs (Paris) en 2013. En 2014, sa sculpture Chimera aretina parigina, commencée en 1997 et achevée dix ans plus tard, a été achetée par le Musée des arts décoratifs de Paris pour ses collections permanentes : il s’agit d’un pendentif-pectoral, un bijou-sculpture en argent, or, aluminium, diamants et grenat transpercé par une antenne de radio : le centre est occupé par une aigue-marine et l’ensemble est plongé dans de la résine vinylique. Le nom de cette œuvre évoque la célèbre sculpture étrusque en bronze remontant au ve siècle avant J.-C., actuellement conservée au Musée archéologique national de Florence.

Une autre de ses œuvres célèbres est le collier Garro-tina, dont le nom et la forme évoquent le garrot, un instrument de torture mais aussi de plaisir en équilibre entre éros et thanatos ; cet extraordinaire bijou en plexiglas, or, argent, diamants et émeraudes de la Colombie appartient aujourd’hui à la prestigieuse collection de Solange Thierry de Saint Rapt. Plusieurs de ses œuvres figurent également dans la célèbre collection de Diane Venet.

Aujourd’hui, Faust continue sa recherche personnelle, la tension vers son prochain défi entre Paris et Chiusi della Verna, dans la magie de son atelier locus solus, comme il le qualifie lui-même.

 

PER INFO

Faust Cardinali. Le griffes du Capital

Galerie MiniMASTERPIECE, Paris  19 11.2021 – 14.01. 2022

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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