Disegnare la città sin propone al pubblico come un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte e dell’architettura torinese tra Ottocento e Novecento.
La formula del progetto espositivo, articolato su più sedi e fruibile sino a marzo 2022, ha il pregio di coinvolgere trasversalmente tante differenti realtà torinesi in un racconto corale: una panoramica su un periodo di grande vivacità culturale in cui la città si è trasformata in capitale della modernità e dell’innovazione, lasciando segni ancora oggi evidenti nel contesto architettonico e decorativo, dai caffè ai palazzi pubblici.
Il progetto nasce da un’idea della Presidente dell’Academia Albertina, Paola Gribaudo: tra Ottocento e Novecento l’Accademia Albertina fu una fucina di formazione e ricerca che contribuì a definire la nuova immagine di Torino nel processo di trasformazione da città capitale a città industriale. Obiettivo del progetto è illuminare questa vicenda e ciò che fu attorno ad essa attraverso un percorso fatto di disegni architettonici e preziosi e affascinanti progetti decorativi, solitamente inaccessibili al pubblico. L’eclettismo è lo stile principale del tempo indagato dal progetto. Le sue matrici culturali permettono una nuova libertà al progettista, aperto ad ampi repertori, che spaziano nella storia e nei luoghi.
Afferma Paola Gribaudo: “Accettando l’incarico di Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti mi sono posta l’obiettivo di valorizzare il patrimonio interno all’istituzione, il suo passato e soprattutto il suo presente, ricco di stimoli e di potenzialità. Non appena ne ho avuto la possibilità, ho aperto i cassetti dell’Archivio dell’Accademia, ho scoperto contenuti di straordinaria bellezza, spesso inediti. Disegnare la città. l’Accademia Albertina di Torino tra eclettismo e Liberty è il concretizzarsi di questa aspirazione, una mostra per la città e con la città. Le opere esposte dimostrano il ruolo dell’Albertina nella storia di Torino, non solo servizio della corte sabauda, ma di tutta la comunità. Questo è evidente soprattutto nei decenni a cavallo fra Ottocento e Novecento. Anni in cui il mondo della nostra Accademia di Belle Arti, accanto alle committenze statali ed ecclesiali, iniziò a mettersi al servizio del commercio e dell’industria. Una rete che aveva l’Albertina come protagonista. Un bel gioco di relazioni che abbiamo voluto ricreare in questo progetto, che non è solo una mostra, ma un intreccio di significative e generose collaborazioni tra pubblico e privato. Il tutto nuovamente mediato dall’arte nelle sue differenti declinazioni che i docenti e gli allievi dell’Accademia interpretano, oggi come ieri, con grande capacità di innovazione”.
A Torino le pianificazioni della seconda metà dell’Ottocento sono esempi di sperimentazione di una nuova immagine urbana, sintesi di decoro e qualità dello spazio pubblico. Il disegno uniformato degli isolati, in prosecuzione della griglia urbana romana e soprattutto barocca, si accompagna a novità compositive come bovindi, torrette, abbaini e decori con figure umane, ritratti, fregi, timpani, cornici a stucco o in litocemento, che interpretano con fantasia e forse anche ironia, i dettami della storia. A inizio Novecento, in contemporanea con l’approccio eclettico, si diffonde il Liberty che, a partire dall’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna del 1902, trova nell’Albertina terreno fertile di sperimentazione.
Dall’Albertina alla città: la riscoperta dell’opera di Giulio Casanova, un genio alla William Morris nella Torino tra i due secoli.
Nelle sale della Pinacoteca Albertina a riempire gli occhi di bellezza saranno soprattutto i meravigliosi acquerelli di Giulio Casanova (1875 – 1961), docente di Decorazione che con grande maestria ideò e dipinse gli elementi artistici dei suoi straordinari progetti: dal caffè Baratti & Milano in piazza Castello a Torino, al Treno Reale concepito in preparazione del matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria José del Belgio e ancora oggi a servizio della Presidenza della Repubblica.
Opere originali solitamente conservate nel caveau dell’Albertina e che verranno esposte accanto ad immersive scenografie multimediali che gli allievi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti hanno progettato e realizzato nei mesi scorsi. Si tratta quindi di un progetto espositivo che vuole far riaffiorare l’energia creativa e propositiva che trasformò Torino negli anni della Belle Époque. Decenni di fervore in cui l’arte dei maestri dell’Albertina come Giulio Casanova era a servizio di un poliedrico ventaglio di committenti, dal mondo ecclesiale – in mostra anche i progetti per la teca della Santa Sindone e per l’urna di San Giovanni Bosco – a quello civile, che ha nelle Poste Centrali di via Alfieri il suo esempio più significativo. Giulio Casanova, Progetto per la sala da pranzo del treno reale, 1925.
Coordinati da Paola Gribaudo – Presidente dell’Accademia Albertina e ideatrice del progetto sostenuto in primis dal Direttore Edoardo Di Mauro e dal Consiglio Accademico – hanno collaborato alla mostra e al relativo catalogo: Guido Montanari, curatore della sezione dedicata alla storia dell’architettura e della città, Giorgio Auneddu Mossa, studioso dell’opera di Giulio Casanova, e Andrea Merlotti che propone una inedita lettura dei progetti del treno reale, tra antichi simboli e nuovi messaggi di una “reggia viaggiante”. Molti insegnanti e allievi dell’Accademia di Belle Arti hanno lavorato per mesi al progetto espositivo, dal Corso di Fotografia del prof. Fabio Amerio, per la riproduzione digitale delle opere, alla Scuola di Scenografia della prof.ssa Elisabetta Ajani, che insieme ai docenti Mattia Gaido e Daria Baiocchi, ha coordinato gli allievi nella realizzazione di splendidi allestimenti multimediali visibili presso la Pinacoteca Albertina e che sono nati grazie alla collaborazione con il Teatro Regio per il prestito di alcuni costumi di scena di Fedora.
La Scuola di Scenografia dell’Albertina, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, ha inoltre realizzato un suggestivo allestimento multimediale attorno alla statua della Minerva, scolpita da Vincenzo Vela e situata nella corte d’onore del Rettorato. L’installazione multimediale rientra anche nell’ambito di Universo, il palinsesto annuale di proposte culturali che l’Ateneo offre alla cittadinanza con l’intento di trasformare il sapere in bene comune. Alcuni progetti della Scuola di Scenografia per le sale della Pinacoteca Albertina e per il Rettorato dell’Università di Torino Partecipa al progetto anche SIAT, Società degli Ingegneri e Architetti in Torino, con un calendario di cinque incontri descritti nel calendario allegato al comunicato.
Un ricco programmi di eventi e visite guidate
Con il progetto Disegnare la città collaborano inoltre: l’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Torino, l’Università degli Studi di Torino, il Museo Storico Reale Mutua, il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, il Museo Nazionale dell’Automobile, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, il Museo Nazionale del Cinema, il Teatro Stabile di Torino, il Conservatorio Giuseppe Verdi, l’ATTS – Associazione Torinese Tram Storici, l’Associazione Commercianti via Po e i Rotary Club Torino Palazzo Reale e Torino Re Umberto. Grazie a SIAT potremo usufruire della APP Architettour Itinerari di Architettura a Torino.
Grazie al supporto di questi partner verrà proposto alla città un ricco programma di eventi culturali, connessi ai temi della mostra e calendarizzati nei cinque mesi del progetto, dal 1 ottobre 2021 al 1 marzo 2022.
Il catalogo, che raccoglie i contributi di tutte queste istituzioni, è edito da Albertina Press in co-edizione con Gli Ori – Editori Contemporanei. Il progetto ha il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino ed è realizzato con il sostegno della Reale Mutua Assicurazioni, della Fondazione CRT, della Camera di Commercio di Torino, dell’Università degli Studi di Torino e di Baratti & Milano. La collaborazione è proseguita con l’associazione culturale “Le Vie del Tempo” per le affascinanti ricostruzioni storiche di abiti e pose della Belle Époque e con Baratti & Milano che fa dono ai primi mille visitatori della mostra una tavoletta di cioccolato imbustata in una stampa dorata da collezione, che ripropone i modelli decorativi di Casanova.
Per informazioni e prenotazioni:
Tel. 0110897370 – e.mail pinacoteca.albertina@coopculture.it