giovedì , 21 Novembre 2024

I mosaici dalle Collezioni Capitoline. Colori dei Romani

Alla Centrale Montemartini la mostra COLORI DEI ROMANI, prima novità della riapertura del Sistema dei Musei Civici.
La mostra presenta un’ampia selezione di mosaici, capolavori delle collezioni capitoline poco conosciuti al grande pubblico.

Un’esposizione curata da Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli e Serena Guglielmi fino al 15 settembre 2021 per conoscere importanti mosaici provenienti dalle collezioni capitoline.

Musei Capitolini, Antiquarium, AC 4493 Mosaico policromo con busto di stagione. Tessere di calcare bianco e pietre colorate. Fine III- inizi IV sec. d.C.Rinvenuto nel 1875 a Roma nel rione Esquilino nei pressi della chiesa di S. Vito

Alla Centrale Montemartini, la mostra Colori dei Romani. Mosaici dalle Collezioni capitoline, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che presenta al pubblico un’ampia selezione di mosaici, capolavori delle collezioni capitoline poco conosciuti al grande pubblico: un evento importante per raccontare, attraverso la trama colorata di queste opere, brani di storia della città di Roma, illustrando nel modo più completo i contesti originari di rinvenimento.

Un evento importante per raccontare, attraverso la trama colorata di queste opere, brani di storia della città di Roma, illustrando nel modo più completo i contesti originari di rinvenimento. Accanto ai mosaici sono esposti anche gli affreschi e le sculture che insieme ad essi costituivano l’arredo degli edifici di provenienza; questa presentazione d’insieme consente di interpretare le scelte iconografiche, i motivi decorativi, l’aspetto formale delle opere come espressione del gusto e delle esigenze dei committenti. Tutto questo offre un significativo spaccato della società romana in un ampio periodo compreso tra il I secolo a.C. e il IV d.C.

La ricca e preziosa documentazione d’archivio, messa a corredo delle opere esposte, illustra i rinvenimenti con foto storiche, acquarelli e disegni, testimonianze che aiutano a raccontare il clima e le circostanze che determinarono queste scoperte: le trasformazioni urbanistiche e il fervore edilizio che caratterizzarono la storia di Roma tra gli ultimi decenni dell’800 e i primi decenni del secolo scorso, quando, parallelamente al progressivo ampliamento della città per far fronte alla sua nuova funzione di capitale d’Italia, fu scritta una delle più “fortunate” pagine dell’archeologia romana.

Musei Capitolini, Antiquarium, AC4462 Mosaico policromo pavimentale con trama di sinusoidi. Tessere policrome di marmo e calcare: giallo antico, portasanta, rosso antico, paesina, palombino e litomarga Fine II- inizi III sec. d.C. Da Roma.

Alcuni dei mosaici esposti alla Centrale Montemartini sono stati presentati nel 2019 in una mostra di grande successo allestita in tre sedi dell’area geografica balcanica: la prima e la seconda dal titolo “Visioni colorate dell’antica Roma. Mosaici dai Musei Capitolini” nel National Archaeological Institute with Museum at the Bulgarian Academy of Sciences a Sofia (16 maggio-3 agosto 2019) e nella Galleria Nazionale dell’Armenia a Jerevan (9 agosto-29 settembre 2019), la terza dal titolo “Antica Roma a colori. Mosaici dai Musei Capitolini” nel Museo della Georgia Simon Janashia di Tbilisi (10 ottobre-10 dicembre 2019).

L’esposizione si articola in quattro sezioni tematiche, all’interno delle quali il percorso segue un ordine cronologico.

SEZIONE 1. L’arte del mosaico presso i romani. La storia e la tecnica La prima sezione introduce alla storia dell’arte del mosaico. Le opere scelte rappresentano tutte le tipologie dei pavimenti e delle decorazioni musive parietali, consentendo di illustrare attraverso le tecniche, i materiali, i colori, i motivi decorativi, l’evoluzione stilistica e la trasformazione dell’arte musiva nel corso del tempo. Dal più semplice decoro alla più complessa narrazione, i mosaici esposti sono l’espressione più alta e raffinata di capacità tecnica e di ispirazione artistica.

SEZIONE 2. Vivere e abitare a Roma tra la fine dell’età repubblicana e l’età tardo-antica: le dimore di lusso e i contesti domestici

La seconda sezione, contraddistinta dal colore verde, presenta i mosaici provenienti dalle dimore di lusso, che a partire dall’età repubblicana caratterizzavano alcuni settori della città antica. Il percorso segue un criterio cronologico, passando dagli esemplari più antichi – come il grande mosaico policromo a cassettoni, scoperto presso la Villa Casali al Celio – a quelli via via più recenti, fino ad arrivare al IV secolo d.C., epoca alla quale appartiene il mosaico con busto di stagione, forse parte dell’ornamento pavimentale di un edificio che ricadeva nella proprietà dell’imperatore Gallieno.

Fa da quinta scenografica a questa sezione lo straordinario mosaico parietale con la scena della partenza di una nave dal porto, preziosissimo ornamento della domus di Claudius Claudianus, una ricca dimora che sorgeva sul Quirinale nella seconda metà del II secolo d.C. La ricchezza della casa era ostentata con preziose sculture e sontuosi oggetti di arredo, che sono stati per la prima volta presentati in questa mostra a testimonianza del prestigio sociale, del gusto abitativo e dell’esigenza di autorappresentazione del proprietario.

Musei Capitolini, Antiquarium, AC 486 Mosaico policromo a cassettoni. Tessere di palombino, basalto e calcari colorati. Scoperto a Roma nel 1886 durante i lavori di demolizione della Villa Casali al Celio. Metà I sec. a.C.

SEZIONE 3. Gli spazi del sacro: la basilica Hilariana

La Basilica Hilariana, sede del collegio dei sacerdoti addetti al culto di Cibele e Attis, è l’esempio emblematico di un apparato decorativo in cui tutti gli elementi dell’arredo concorrono alla narrazione del contesto e della sua funzione. I primi resti archeologici della Basilica Hilariana vennero alla luce tra il 1889 e 1890 durante gli scavi per la costruzione dell’ospedale militare del Celio. L’edificio aveva incredibilmente preservato in situ un insieme di reperti significativi per l’identificazione stessa del monumento, tra i quali due mosaici straordinariamente conservati, esposti nella sezione.

Manius Poblicius Hilarus era il ricco mercante di perle che sostenne gli oneri finanziari per la costruzione della basilica che da lui prese il nome; sulla soglia dell’edificio l’iscrizione a mosaico recitava: “A chi entra qui, e alla Basilica Hilariana, siano gli dèi propizi”. Conosciamo anche il volto del generoso benefattore: si conservano, infatti, il suo ritratto e la base della sua statua, posta all’ingresso dell’edificio, che al momento della straordinaria scoperta fu accuratamente documentato con tavole acquarellate, anch’esse esposte in mostra con tutti gli elementi dell’apparato decorativo scultoreo e musivo.

SEZIONE 4. I mosaici degli edifici funerari nelle necropoli del suburbio di Roma

Nel repertorio sepolcrale la decorazione – che si tratti di temi figurati, di motivi ornamentali o di soggetti mitologici – è volta sempre a esaltare le qualità del defunto e a rievocare i valori collettivi fondamentali della società romana.

I mosaici presentati in questa sezione sono tutti cronologicamente inquadrabili nel II e III secolo d.C. e provengono da contesti funerari situati nelle aree suburbane della città.

Con i suoi colori vivaci, il mosaico ottagonale con pavoni è un esempio emblematico di un motivo decorativo carico di significati escatologici e salvifici: il pavone, uccello sacro a Dioniso, perdendo ogni anno la coda e rimettendola in primavera con lo sbocciare dei fiori, allude alla rigenerazione oltre la morte. I documenti di archivio messi a corredo dell’esposizione mostrano il contesto di rinvenimento: il mosaico costituiva la parte centrale del pavimento di una ricca tomba di famiglia situata lungo la via Appia.

La mostra è a cura di Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli e Serena Gugliemi. La progettazione e la direzione dei lavori di allestimento sono a cura degli architetti della Sovrintendenza Roberta De Marco e Monica Zelinotti, con la collaborazione di Maria Cucchi e Simonetta De Cubellis. La guida breve alla mostra è pubblicata da Campisano Editore. Organizzazione a cura di Zètema Progetto Cultura.

Per informazioni sugli ingressi e acquisto biglietti obbligatorio per il fine settimana www.museiincomuneroma.it.

Informazioni

Luogo

Centrale Montemartini
Orario
Dal 27 aprile al 15 settembre 2021
Dal martedì alla domenica 9.00-19.00

Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Giorni di chiusura
Lunedì, 1 maggio

CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.

Biglietto d’ingresso

Consultare la pagina: Biglietti
Ingresso gratuito al museo con la MIC card, acquistabile nei musei e online

Informazioni

060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

Promossa da
Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Organizzazione
Zètema Progetto Cultura

Realizzazione della Guida Breve
Campisano Editore

Tipo

Mostra|Archeologia

Curatore

Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli, Serena Guglielmi
Antiquarium Comunale AC 31778 Cornice di mosaico parietale con conchiglie. Tessere di pasta vitrea, marmo di Carrara, fritta e conchiglie. Scoperto a Roma, durante i lavori di sbancamento della Velia per la realizzazione della Via dell’Impero.

Catalogo

 

  

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