Come coniugare le esigenze di un futuro eco-sostenibile e l’Arte?
La mostra Scaglie Party, Mutazione di un materiale inedito per l’Arte organizzata nell’ambito della Biennale Tecnologia Torino 2020 del Politecnico di Torino, ha provato a dare una risposta, suggerendo una possibile strada dove l’estica incontra l’estetica. Ospitata nello splendido contesto della Sala delle Colonne del Castello del Valentino, la mostra Scaglie Party, che a causa dell’emergenza sanitaria è stata possibile solo on line ed è visibile sul sito ufficiale della Biennale Tecnologia, si compone di una serie di lavori inediti – fotografie, lightbox e sculture – realizzati dalle artiste Silvia Fubini e Ornella Rovera. Per la realizzazione delle opere che hanno composto il progetto espositivo, a cura di Paola Stroppiana e nato da un’idea di Daniela Fresco, le artiste hanno preso concreta ispirazione da PETALO®, PET riciclato fornito dalla DENTIS Recycling Italy, sponsor dell’iniziativa, azienda leader del settore del riciclo di materie plastiche, con sede in Piemonte.
PETALO, che si presenta in piccole scaglie colorate, diventa materiale vivo, base creativa che le artiste utilizzano per la propria ricerca con esiti nuovi e inaspettati. Con un approccio fortemente interdisciplinare le opere suggeriscono nuove prospettive di riflessione sulle possibili connessioni tra arte e scienza, tecnologia e contemporaneità.
Le Mutazioni, argomento al quale è dedicato la prima edizione di Biennale Tecnologia, sono intese qui come cambiamenti fisici, trasformazioni dell’ambiente che ci circonda; al contempo, sono strumenti per proporre una visione laterale sulle tematiche urgenti a cui il nostro Pianeta è chiamato a rispondere nel prossimo futuro: la possibilità di coabitare in modo armonico con il mondo animale nelle fotografie di Silvia Fubini, visioni poetiche di nuove realtà; il desiderio che materiali artificiali e mondi naturali trovino finalmente un punto di equilibrio sostenibile nelle sculture e nei lightbox di Ornella Ravera: palafitte, concrezioni, nuove simbiosi organiche che evidenziano la grande capacità di resilienza del mondo naturale.
È questo lo spirito che ha animato le artiste che hanno rielaborato, secondo il proprio sentire, i materiali plastici in chiave naturale, in perfetto accordo con l’esigenza di sostenibilità del nostro pianeta, e parimenti in piena astrazione per far risaltare il valore concettuale del progetto artistico e la capacità di essere visionari sui possibili scenari futuri dell’ambiente, nostro e dei nostri figli: una riflessione necessaria per tutta la collettività.
In entrambi i lavori, posti in stretto dialogo, emerge il valore della creatività che sempre sottende alla ricerca: le scaglie diventano strumenti preziosi per il processo del riciclo e, pertanto, nucleo fondante di una nuova visione sempre più ecologica della nostra vita dove il dovere della responsabilità e della sostenibilità non esclude la Bellezza, la Poesia, l’Immaginazione.
Le immagini realizzate da Silvia Fubini fanno parte di un ciclo narrativo per immagini dai contorni favolistici: una storia ancora da scrivere, che si svolge in un universo fantastico di scaglie multicolori. I soggetti di queste nature morte sono piccoli esseri di plastica che potrebbero tranquillamente figurare come protagonisti in un film d’animazione. In perenne trasformazione, entrano gioiosamente in relazione con le scaglie, qui chiamate ad evocare nuove dimensioni, mari, terre, ghiacciai, con cui condividono colori e materiali. Esseri mutanti, proprio come le scaglie che li circondano, sono l’immagine allo specchio del mondo reale a cui forse vorrebbero appartenere.
I delfini, il coccodrillo, il tucano, la volpe artica, il ghepardo e i pulcini si danno appuntamento allo “Scaglie Party”, momento magico in cui le bottiglie di plastica smettono d’inquinare terre e mari e diventano scaglie multicolori per poi tornare a essere non solo bottiglie, ma anche oggetti d’uso quotidiano, in un caleidoscopico circolo virtuoso.
Il lavoro di Ornella Ravera nasce dalle suggestioni che scaturiscono dal rapporto tra le scaglie (e di rimando i temi del riciclo delle materie plastiche) e il contesto naturale. Nei light box la struttura contenente le scaglie evoca una forma a spirale (o un feto) che, come un elemento primordiale, si affianca poeticamente a immagini di acqua e di legno, a richiamare le origini dell’universo e della vita. L’immagine è stata scelta in base al colore delle scaglie con un criterio estetico, che ne esaltasse la bellezza e la dimensione naturale con sofisticate texture.
Le installazioni con le palafitte sono un riferimento diretto al periodo della preistoria e rappresentano un simbolo di ingegnosa difesa e protezione di atavica memoria: le palafitte, in costante contatto con l’elemento-acqua, nascono da una riflessione dell’artista sull’inquinamento dei mari provocato dall’uomo e in particolare alla dispersione dei rifiuti plastici che ne contaminano le acque; il riciclo dunque, fuor di metafora, può costituire un innovativo mezzo di difesa e di rinascita per ogni essere vivente.
Le “Concrezioni”, infine, evocano il mondo minerale e naturale: grazie alla forma tondeggiante e protettiva possono essere letti come bozzoli, nidi, o financo pietre smussate dal tempo e dai fenomeni naturali. In queste opere l’artista ha riflettuto sulla fantastica capacità di auto organizzazione e resilienza del mondo naturale guardando alle scaglie come immagini delle sedimentazioni che entrano in simbiosi con l’organismo ospitante o persino come aggregati di minerali.
PETALO_Dentis Recycling Italy Nata nel 1987 Dentis s.r.l., con sede a Sant’Albano Stura, (Cn), è specializzata nel recupero del PET, proveniente da raccolta differenziata o da scarti di lavorazione. Il progetto che il Gruppo Dentis ha sviluppato in Spagna nel 2013 lo posiziona a livello europeo come il maggior produttore di PET riciclato, PETALO, arrivando ad una capacità di trattamento complessiva superiore alle 120.000 t./anno. La capacità dell’impianto oggi è di 40.000 ton. annue, pari a circa 1,3 miliardi di bottiglie.
SILVIA FUBINI è nata a Torino dove si è laureata in Matematica. Si dedica alla fotografia e all’arte dagli anni ottanta del XX secolo, periodo in cui viaggia molto e si trasferisce a New York dove risiederà per molti anni frequentando la School of Visual Arts, realizzando ritratti e collaborando a riviste con testi e fotografie. Nel 2002 ritorna in Italia dove è impegnata in importanti progetti fotografici per il Comune e la provincia di Torino. Mostre personali a Torino, New York e Stoccolma, principali mostre collettive a Milano, Firenze, Genova, Varese, Novara, Vercelli, Torino, Benevento e Bad Hersfeld (Germania).
ORNELLA ROVERA è nata a Torino dove vive e lavora. Scultrice e fotografa, è docente di Tecniche della Scultura e Tecniche della Ceramica all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nell’ambito artistico-didattico è curatrice di progetti con enti e istituzioni pubbliche e private come PAV e Arte Sella – Trento. Il dialogo fra i diversi linguaggi artistici, in particolare tra la fotografia e la scultura, e la sperimentazione dei materiali come strumenti evocativi, sono fra gli aspetti che caratterizzano la sua ricerca. Espone i suoi lavori in gallerie, sedi storiche pubbliche, spazi autogestiti dedicati all’arte contemporanea, sia in Italia che all’estero.
Per l’occasione è pubblicato un catalogo con testi a cura di Paola Stroppiana
Biennale Tecnologia Torino 2020
Torino, 12 – 15 novembre 2020
Castello del Valentino, Torino