Hanoi, capitale del Vietnam e per molto tempo al centro del fermento artistico del Paese, oggi condivide con Saigon il palcoscenico del mercato dell’arte contemporanea. Le prossime due interviste raccontano il linguaggio e i temi affrontati da artisti che ad Hanoi hanno la loro base, per completare da sud a nord la panoramica sullo scenario artistico vietnamita iniziata con il Reportage Il nuovo Skyline dell’Arte Contemporanea in Vietnam.
La tecnica tradizionale della pittura a lacca, un procedimento lento che richiede tempo e preparazione, è il medium ancora più utilizzato, ma declinato da questi artisti in mille modi diversi ed innovativi creando un ponte tra passato e presente, tradizione e innovazione. Paesaggi urbani e surreali, modernizzazione e suoi effetti, ma anche tradizioni, spiritualità e ricerca interiore, sono affrontati nelle loro opere in modo serio o ironico.
Suzanne Lecht, direttore di Art Vietnam Gallery, farà per noi una panoramica sullo scenario artistico vietnamita, partendo dalla sua personale esperienza in Vietnam e dalla storia degli artisti che ha incontrato nel suo percorso.
Intervista a Suzanne Lecht, Direttore artistico
L’arte Vietnamita è una voce unica perché la cultura che rappresenta è ancora sconosciuta al resto del mondo, che vede davanti a se una sola immagine tragica quando sente nominare il Vietnam: la guerra. E così io credo che le espressioni artistiche vietnamite contemporanee contribuiscano ad educare il mondo sulla vera natura culturale e artistica del Vietnam.
Il Vietnam vanta un passato artistico molto ricco e unico. Ricco perché dai tempi antichi fino al terzo secolo si è lavorato con la fusione in bronzo e da sempre i vietnamiti si sono cimentati in ogni forma d’arte, sviluppando questa capacità nel corso dei secoli. Unico, rispetto agli altri paesi della Regione del Sud Est Asiatico, perché anzitutto è stato un paese chiuso dal 1975 fino ad anni recenti e così le arti, sebbene influenzate da altre culture, sono essenzialmente vietnamite e stile di vita, rituali e ideali sono radicati nel territorio.
Oggi gli artisti vietnamiti partecipano molto più di quanto accadesse in passato a programmi di Art Residency ed esposizioni all’estero, collaborano con artisti stranieri attratti dal Vietnam e imparano nuove tecniche da internet. Gli artisti dovrebbero ricevere un maggior supporto da parte del governo ed è necessario che si formi uno zoccolo duro di collezionisti vietnamiti, non meno importante l’educazione all’arte dovrebbe essere estesa a tutti e, infine, dovrebbero essere incentivati progetti artistici pubblici.
PROGETTI CURATORIALI
Ho sentito l’urgenza di trasferirmi ad Hanoi dopo aver letto un articolo del 1993 sul gruppo “Gang of five”, 5 artisti contemporanei tutti uomini, che sono ora considerati i pionieri dell’arte contemporanea in Vietnam. E così nel 1994-96 ho iniziato a lavorare con loro e con gli artisti che mi hanno presentato come Phan Cam Thuong, artista e scrittore d’arte molto conosciuto, Le Quoc Viet, Tran Hoang Son ed altri che hanno creato opere d’arte contemporanea a partire dai rituali e dai costumi tradizionali vietnamiti. Sul finire degli anni Novanta la mia attenzione come Curatrice si è spostata sugli artisti emergenti appena usciti dall’Accademia di belle arti, tra cui Nguyen Minh Thanh, Nguyen Quang Huy e Nguyen Van Cuong e il loro insegnante Truong Tan. Abbiamo via via coinvolto artisti i cui lavori riflettevano la quotidianità delle persone, le preoccupazioni terrene e la spiritualità. Nelle mie scelte curatoriali non ho mai seguito una visione o una direzione particolare, preferisco piuttosto l’idea che la Galleria segua naturalmente la sua strada, lasciando che sia l’arte stessa a dare una direzione.
Nella scelta di un artista guardo diversi aspetti: soprattutto l’integrità artistica e personale, poi una tecnica eccellente, un pensiero rilevante e critico sull’arte, una forte visione personale sui propri lavori, una filosofia unica rispetto allo scenario contemporaneo e il desiderio di mettersi continuamente alla prova nello stile, nel medium e nel messaggio da trasmettere.
La Galleria nel 2018 ha realizzato due importanti mostre ad Hanoi e Ho Chi Minh City dal titolo “Chancing Modern”, dedicate al gruppo the Gang of Five e abbiamo in progetto di portare l’esposizione in altri paesi.
Collaboriamo da sempre con Gallerie internazionali (il Chicago Art Institute, l’American Museum of Natural History e l’International Print Center di New York City). I nostri progetti curatoriali, infatti, hanno anche un respiro internazionale, arrivando oltre il confine vietnamita per promuovere i nostri artisti, scoprire nuovi talenti e far conoscere l’arte vietnamita in generale.
Quest’anno la Galleria sta focalizzando i propri sforzi sugli artisti di punta, lavorando a stretto contatto con i collezionisti e i musei per piazzare i lavori in importanti collezioni private e pubbliche. Inoltre, stiamo realizzando delle monografie per farli conoscere.
GLI ARTISTI
Dinh Thi Tham Poong è una delle artiste più conosciute del Vietnam, che ancora lavora con la carta Do fatta a mano e la pittura a lacca, due tecniche della tradizione artistica vietnamita. L’ispirazione nasce dal suo background culturale, la minoranza etnica Muong da cui proviene. I lavori rispecchiano la via della tradizione che incontra la modernità avvolta dal credo taoista, basato sul legame tra uomo e natura e sul carattere ciclico della vita.
Le opere, bizzarre e fantasiose ma sincere allo stesso tempo, sono pervase da un sentimento di genuina meraviglia. Meraviglia per come siamo in grado di sopravvivere alle condizioni più dure, meraviglia di fronte all’amore che circonda tutti noi, meraviglia quando si riesce a sperimentare il silenzio più profondo.
I soggetti che rappresenta lasciano trasparire ciò in cui crede, come ad esempio la convinzione che tutto abbia una duplice natura, animale e vegetale o umana e spirituale. Tutto è interconnesso. Poong mescola immagini dell’eredità culturale Muong a paesaggi visuali surreali e pattern decorativi astratti. Le immagini che ne risultato sono puri voli della fantasia che si fondono con dettagli concreti presi dalla vita di tutti i giorni. Crea così un mondo introspettivo e surreale allo stesso tempo.
I lavori molto colorati e pieni di vita di Nguyen Lan Huong celebrano le minoranze etniche H’mong del Vietnam del Nord. Raccontano la loro quotidianità e il rapporto molto stretto con i cicli della natura in uno stile contemporaneo, anche se attraverso la tradizionale tecnica della pittura a lacca.
Durante i suoi studi alla Vietnam Fine Arts University Huong scelse di vivere nell’area degli altipiani centrali dove vivono diverse tribù. Osservò per molti mesi gli H’mong, studiando le attività quotidiane e lo stile di vita nomade di questa particolare minoranza etnica, che non sono cambiate per centinaia di anni.
Molti dei suoi lavori hanno per protagoniste le donne, dal momento che proprio le donne sono indispensabili per la sopravvivenza del villaggio, mentre gli uomini si spostano per preparare il successivo sito in cui si stabiliranno.
Maritta Nurmi è un’artista finlandese che vive ed espone in Vietnam dal 1994. I lavori di Maritta rappresentano la vita spirituale e quotidiana della cultura vietnamita in giocose forme astratte.
Ogni artista sceglie il materiale o la tecnica con cui esprimersi perché attratto dalle sue caratteristiche o da effetti particolari. La proprietà di deviare o riflettere la luce dei fogli d’argento combinata alla tecnica della pittura a lacca, su tela e non su legno, rappresenta la firma di Maritta.
L’artista, infatti, ha studiato l’arte tradizionale della pittura a lacca, per poi sviluppare una sua tecnica personale. La profondità del dipinto è costruita direttamente sulla tela, che Maritta dipinge con colori acrilici. Il lavoro è poi coperto dal sottile foglio d’argento sul quale dipinge con la pittura a lacca, creando atmosfere magiche e vibrazioni di luce simili ad un fuoco freddo che brilla sulla superficie. Le sue sperimentazioni nel tempo hanno incluso anche fogli d’oro e rame e colori acrilici metallizzati, nascondendo spesso i suoi lavori più espressivi sotto i riflessi di preziosi metalli. Maritta non si è fermata e ha iniziato ad aggiungere testi e tessuti per accentuare l’effetto delle sue superfici luccicanti.
Dinh Cong Dat è uno degli scultori più innovativi di Hanoi. I suoi lavori combinano cultura e spiritualità vietnamite a tecniche scultoree innovative e colori brillanti, traghettandole nel XXI secolo in modo giocoso e simbolico.
Le sue figure in vetroresina dipinte a lacca, animali o studenti e studentesse o Buddha, sono una rappresentazione fantasiosa e creativa della tradizione in un contesto contemporaneo. Ogni lavoro è leggermente diverso dall’altro, ad esprimere la bellezza straordinariamente unica di ogni essere vivente.
Nelle sue installazioni, composte con diverse figure, ci chiede non solo di partecipare ad una curiosa esperienza visuale, ma di osservare. Cosa riusciamo a vedere e cosa diamo per scontato?
Nguyen The Son è un’insegnante di pittura su seta all’Accademia di Belle Arti di Hanoi, ma anche un filosofo, uno studioso della cultura cinese, un fotografo e uno degli artisti contemporanei vietnamiti più attivi.
E’ molto conosciuto per le sue fotografie tridimensionali, si può dire quasi scultoree, che sono state esposte in diverse occasioni a livello internazionale. L’artista ha sviluppato questa tecnica durante gli studi per il master in fotografia alla Central Academy of Fine Art (CAFA) di Pechino. La rappresentazione delle tipiche case vietnamite, simbolo di potere e prosperità con un affaccio molto stretto sulla strada, invitano in realtà lo spettatore a riflettere sulle ripercussioni del progresso nella capitale Hanoi. Dove stiamo andando? Come interagiscono le persone con la nuova società? A quale prezzo è stato ottenuto questo nuovo progresso?
Son ha continuato questa serie rappresentando le Ville Francesi costruite più di cento anni fa e la loro recente trasformazione.
I suoi lavori sono ora in mostra alla Biennale di Seoul.
Buddismo e senso della vita, relazioni e obblighi familiari sono i temi su cui lavora Tran Hoang Son, insegnante molto considerato di pittura a lacca all’Accademia di Belle Arti di Hanoi.
Son usa la pittura a lacca per raccontare il suo percorso spirituale e suggerire l’idea dell’alternarsi di aspetti positivi e negativi nel ciclo della vita. Strati di colore che giocano sui contrasti sono nascosti sotto la lucentezza e trasparenza della superficie a lacca. Questa tecnica dà profondità al dipinto e allo stesso tempo rappresenta gli eventi imprevedibili e le difficoltà, che si incontrano lungo il percorso. La multi-dimensionalità della sua tecnica rispecchia anche la complessità della psicologia umana e permette all’artista di rappresentare il fluire degli eventi intorno a noi, il destino, le trasformazioni della mente, ma anche i conflitti molto terreni della società contemporanea.
La serie The One World esplora i concetti di passato, presente e futuro. Il passato è un’intricata combinazione di complesse figure, che sembrano in lotta tra loro. Rappresenta il viaggio attraverso la multiforme complessità di sentimenti ed esperienze della vita, in cui ciascuno di noi cerca delle risposte. Il presente, la vita quotidiana difficile e competitiva, è descritto da raffigurazioni ed elementi separati, che creano alternativamente atmosfere di speranza o disperazione. Il ritratto del Buddha e una mano, che progressivamente si allontana dal volto trasformandosi nel fiore del loto (simbolo di purezza e illuminazione), rappresentano invece il futuro e il desiderio dell’artista di vivere una vita contemplativa.
Un altro tema molto introspettivo è affidato a disegni ricchi di particolari, realizzati ad inchiostro e colori naturali sulla tradizionale carta Do montata su tela, nella serie di ritratti Family Tree. Chi siamo? Da dove veniamo? Perché siamo al mondo? La serie, anche in questo caso, è composta da tre capitoli: l’albero famigliare, un mondo sicuro e concreto; la nuova famiglia, che include gli amici che ognuno di noi sceglie nel corso della propria vita, una fase transitoria e instabile che ci spinge a desiderare quello che segue; il ritorno alla vita nel villaggio, dove ha avuto origine la vita familiare, per riconquistare stabilità, pace e armonia.
Dall’antica capitale imperiale di Hue arriva Le Thua Tien, uno dei primi artisti vietnamiti ad aver seguito un programma di Art Residency all’estero dopo che furono aperte le frontiere del paese. Esperienza che lo ha portato a cambiare il suo registro espressivo, abbandonando l’arte figurativa.
L’arte di Le Thua Tien, forse per le sue origini, riflette sulla memoria del passato con un velo di malinconia. I suoi lavori, apparentemente astratti e minimalisti, sono molto riflessivi e concettuali. Spaziano dalle installazioni alle sculture, dalla pittura traduzionale a quella a lacca, tecnica in cui è oggi considerato uno degli artisti più affermati e innovativi del Vietnam.
Nella serie Reflections – self reflection i diversi strati di lacca si susseguono uno dopo l’altro fusi insieme a frammenti architettonici, stoffe, fogli d’argento, incensi ed oggetti ritrovati, a rappresentare frammenti del tempo e della memoria. Lo spettatore si ritrova a specchiarsi sulla superfice lucida, interrotta in alcuni punti dai frammenti di oggetti antichi degli strati materici, ed è spinto a guardare più da vicino. Il tentativo di trovare un significato a quegli oggetti lo porta a riflettere sulla propria storia. Questa regressione nella memoria, alla ricerca di un significato più profondo delle cose, gioca un ruolo importante nell’espressione artistica di Tien. Mescola tecniche e simbologie, svela e nasconde, nel tentativo di ritrarre il passaggio del tempo e ciò che lascia dietro di sé.
Nella serie Unsent Letters, lavori realizzati con media differenti su tela, parole in vietnamita ed in inglese sono disposte casualmente. Molte sono sbiadite, cancellate, illeggibili, testimonianza di pensieri fugaci che appartengono ormai al passato, desideri o sentimenti mai espressi. Tien fa riferimento a queste parole come a un diario, lettere scritte a se stesso in cui racconta i suoi sentimenti e umori del momento.
ART VIETNAM SALON GALLERY
Art Vietnam Gallery ha aperto al pubblico nel 2002 in una delle famose case vietnamite tradizionali, le “Tube House” (molto strette sul fronte della strada, si sviluppano in altezza e profondità), e ha avuto poi diverse sedi nel vecchio quartiere di Hanoi. Nel Gennaio 2017 Suzanne Lecht, direttore di Art Vietnam Gallery, decide di tornare alla formula precedente dell’atelier o Salon.
“Alla fine del 2016 ho chiuso il mio terzo spazio allestito come Galleria pubblica. È stata una decisione consapevole, dovuta ai continui cambiamenti del mercato dell’arte. Volevo lavorare con i miei artisti in uno spazio intimo e raccolto, adatto al nuovo stile di lavoro.
Nella mia casa-salotto riceviamo regolarmente gli acquirenti, organizziamo incontri privati e consulenze artistiche solo su appuntamento. Sono principalmente stranieri che vivono in Asia o collezionisti da tutte le parti del mondo. Si stanno affacciando sul mercato dell’arte contemporanea anche giovani collezionisti Vietnamiti, tendenza che è essenziale per sviluppare un mercato dell’arte sostenibile e sano in Vietnam. Noi vogliamo supportarlo e promuoverlo.
Organizziamo conferenze per educare il pubblico vietnamita all’arte in collaborazione con altri spazi, Art Tour ovvero eventi privati per collezionisti e istituzioni artistiche, serate dedicate solo ai collezionisti “VIP”, letture di poesia ed eventi musicali. Continuiamo però a fare piccole mostre in Galleria ed esposizioni più strutturate a livello locale e internazionale in collaborazione con gallerie selezionate.” Suzanne Lecht.
Suzanne Lecht vive e lavora in Asia nel mondo dell’arte a livello mondiale dal 1984. Segue gli artisti vietnamiti dal 1994. In tutti questi anni si è dedicata completamente al mondo dell’arte contemporanea arrivando ad essere considerata in Vietnam un’autorità in materia.
Salon Art Vietnam
No. 2, Alley 66 Yen Lac Street Hanoi
www.artvietnamgallery.com