In occasione di Milano Food City, l’Associazione Ars Art Space di Eva Amos e Anastasia Lavrikova presenta FoodArs. Tra gli oltre trenta artisti partecipanti, Canale Arte propne oggi un approfondimento sulla pratica pittorica informale, gestuale e astratta di Andrea Pitzalis.
Andrea Pitzalis, autodidatta, inizia a dipingere a 26 anni. Fondamentale il suo incontro con Richard Gorman per la ricerca sul colore e sulle superfici percettive. L’artista continua la sua produzione di opere astratte: improvvisazioni a gocciolamento su supporto quasi monocromo. Il risultato è una serie di elementi in scansione ritmica, dove le fratture di matrice gestuale facilitano a intermittenza la lettura degli effetti di sfumatura e di tonalità dello sfondo. Per FoodArs, l’autore procede all’elaborazione di un inedito lavoro, sfruttando l’utilizzo delle variabili cromatiche prodotte dagli alimenti e dagli ingredienti naturali.
Art Space ha già presentato la mostra personale di Andrea Pitzalis “Cosmos” a cura di Eva Amos con un intervento di Giacomo Maria Prati, che ha inaugurato a Milano, presso la sede della banca FINECO in corso Garibaldi 86, il 10 aprile 2019, fino al 1 Maggio. Ora Andrea Pitzalis esporrà per FoodArs nell’ambito di Milano Food City.
La carriera artistica di Andrea Pitzalis inizia a 26 anni, quando vende il suo primo dipinto. L’incontro con l’artista Richard Gorman è stato decisivo per la sua crescita personale e artistica. La mano costante, i colori esplosivi e le linee essenziali sono i tratti caratteristici che distinguono Pitzalis sia in Italia che all’estero.
Durante gli anni ha esposto in alcune delle città più conosciute al mondo, a Milano due delle esposizioni organizzate da associazioni milanesi Art Space e Solidarum dove Andrea ha preso parte sono state inaugurate da Vittorio Sgarbi, critico d’arte italiano. Ha altresì venduto alcune delle sue opere a New York, Tokyo e altre illustri città.
“ Per quanto mi riguarda, nulla so con certezza. Ma la vista delle stelle mi fa sognare ” – Vincent Van Gogh
Non vi è frase più appropriata per introdurre i quadri di Andrea. Essi fanno sognare, portano a viaggiare in galassie diverse: guardandoli bene ti fanno immaginare altri mondi. Il Cosmo che si infila in ogni opera di Pitzalis raffigura il mistero, la potenza e la dinamicità dell’universo. I fili bianchi sono come le comete che navigano, che può cogliere solo l’occhio avveduto dell’artista; sono invisibili per molti ma l’artista li trasmette sulla tela con la delicatezza e raffinatezza. Riesce a cogliere un attimo fuggente dei corpi celesti.
Disse Margherita Hack: “ Se le stelle, anzichè brillare continuamente sopra le nostre teste, fossero visibili solo da un particolare luogo del pianeta, tutti vorrebbero andarci per assistere allo spettacolo” .
A volte le opere di Pitzalis sembrano dei labirinti di stelle che muovono con la velocità folgorata, questi caos che rintracciano la via d’uscita non sono mai statici ma risolvibili. Infatti in filosofia s’intende il termine Cosmo come un sistema ordinato e armonico, nel greco antico kosmos significa “ordine”.
La potenza formidabile e maestosa di Cosmos scorge nel riflesso delle opere eleganti e sofisticate di Andrea Pitzalis; il suo Cosmo è nella sensualità dei colori profondi che rispecchia l’anima estetica dell’artista.
Secondo Andrea infatti la materia di un filo che diventa forma, lascia spazio ad uno sfondo che, a guardarlo bene, qualunque sia il suo colore, qualunque sia lo spazio destinatogli all’interno della composizione, ricopre un’importanza non inferiore al suo riconoscibile segno. In quello sfondo apparentemente innocuo risiede la nostra riflessione e il nostro pensiero, quando si osservano le intere opere. Avviene un’esperienza simile a quando pensiamo all’universo e al suo apparente stato di caos. Un gentile invito a pensare che con l’altezza dell’anima e la coerenza della linea si possa andare molto lontano, nonostante la crudeltà del mondo, perché le regole del suo mondo, quello altero e distante galassie da tutte le violenze convenzionali a cui siamo abituati, semplicemente le detta lui.
“Ci sono lavori che parlano di amore, altri di sofferenza, altri di gioia, c’è sempre uno stato d’animo importante che emerge..” (dall’intervista per Don’t forget the mirror del 18 novembre 2017)“
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