Durante l’importante mostra collettiva DamArs, una serie di artisti emergenti da tutta Italia e da Russia, Ucraina, Estonia hanno esposto opere incentrate sulla figura femminile: Donna intesa e rappresentata come artista, musa, vittima. DamArs, organizzata e curata da Anastasia Lavrikova e Eva Amos, si è tenuta per la durata di tutta la settimana e fino a stasera 10 marzo 2018 presso il Museo dell’Arte e della Scienza, in via Quintinio Sella,4 a pochi passi dal Castello Sforzesco per celebrare anche la Festa della Donna con la partecipazione di Vittorio Sgarbi. Canale Arte Propone qui alcune puntate di approfondimento sugli artisti in mostra.
Marius Ashblow, da Torino, continua il proprio ostinato e affascinante lavoro digitale di esplorazione e di amplificazione dei sistemi informatici. Da Paint Windows fino alla matita S-note per il cellulare, l’artista declina sentimenti e esperienze all’interno del mondo virtuale. Prima in maniera immediata, successivamente producendo e stampando pannelli in diversi formati e serie. La donna nella contemporaneità, in questo caso, con tutte le contraddizioni e le tensioni legate all’immaginario odierno.
Amrita Inguran, artista cresciuta a Mosca, presenta paesaggi onirici interiori. Frutto di esperienze legate alla meditazione, all’approfondimento di discipline orientali, il suo lavoro fissa su tela un universo di relazioni. Dalle galassie ai pianeti, passando dalla bestialità e dalla Natura sensibile fino alla centralità dell’Umanesimo. I pensieri delle civiltà si riflettono, in nebulose, nel cielo infinito della realtà, incorniciati da volute sinuose, simboli dell’eternità.
Irina Markova, pittrice e fashion designer di origine russa, vive e lavora a Como. Il suo elegante lavoro accosta elementi onirici ad un’impostazione finemente materica. Bianchi e colori tenui rappresentano l’ambientazione strutturale per un giro di sguardi. Dalla sostanza del dipinto emergono in superficie un branco di cavalli selvaggi, domati dalla figura femminile posta al centro. Sogno e realtà si incontrano nella confluenza delle esistenze, in un istante immacolato di purezza e autenticità.
Simona Robbiani, artista svizzera formata all’Accademia di Brera, si confronta con l’evoluzione della fisicità e dell’incorporeità in una sorta di tondo, nel quale confluiscono movimento, danza, musicalità. Il lavoro accurato sulle sfumature sottolinea l’attenzione allo studio dell’anatomia e della composizione d’insieme. I drappeggi e i veli marcano l’azione e l’intenzione del gesto. Verità e immagine, realtà e simulacro si compenetrano in una raffigurazione che implica una sentita indagine sulla percezione contemporanea della femminilità.