giovedì , 21 Novembre 2024
  • 18 Maggio: Riapre la cultura in Lombardia?

  • Villa Carlotta, Como

  • Civico Museo Archeologico di Bergamo

  • Museo MAGA, Gallarate, Varese

  • Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano - Credits Maurizio Tosto

  • Milano Photofestival - Credits ©️Martino Lombezzi

18 Maggio: Riapre la cultura in Lombardia?

Il 18 Maggio riapriranno veramente Musei, Mostre e Biblioteche in Lombardia? Il dubbio è che non tutte la realtà Culturali, tra le poche che soddisfano i criteri individuati da Ministero e Regione, riusciranno ad attuare le disposizioni che il Comitato Tecnico-Scientifico ha presentato al Governo. Il futuro dei luoghi che custodiscono la bellezza e la cultura italiane è molto incerto. Fermi ancora fino a data da destinarsi Cinema, Teatri e Concerti, che dovranno scalare montagne e attraversare deserti, per citare la metafora usata dallo stesso Ministro Franceschini, prima di riconquistare gli spazi e il pubblico che sono l’essenza del loro essere e fare cultura. Le ipotesi di un’apertura a Giugno che si rincorrono nei notiziari in questi giorni, implicano adeguamenti di non così immediata applicazione.

In definitiva gli scenari che si prospettano per il mondo della Cultura Lombardo non sono incoraggianti. In questa inchiesta, che si divide in due articoli, ho cercato di districarmi tra dubbi, incertezze, frustrazioni, preoccupazioni, appelli e sollecitazioni alle Istituzioni degli operatori della Cultura Lombardi, per arrivare a proposte e nuove soluzioni che si leggono esplicitamente o tra le righe delle loro parole.

Le parole di: Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia; Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano; Giovanni Morale, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano; Stefania Casini, Direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo; Maria Angela Previtera, Direttore Ente Villa Carlotta, Como; Emma Zanella, Direttore Museo MAGA, Gallarate, Varese; Luisa Bondoni, Curatrice Museo Nazionale della Fotografia, Brescia; Roberto Mutti, Direttore Artistico, Milano Photofestival.

Leggerete anche alcune anticipazioni di cosa vedremo quando finalmente le porte della Cultura verranno aperte, fisicamente.

Tutti gli operatori culturali stanno seguendo con un misto di apprensione e speranza le dichiarazioni del Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini. Lo scorso 6 Maggio il Ministro ha parlato di un tesoretto e di fondi strutturali per i Musei, che dovranno servire per affrontare la riapertura in sicurezza e rispettare le disposizioni, ma anche di Fondi per editoria, cinema e spettacolo dal vivo e misure specifiche per la Cultura prodotta da realtà non pubbliche “(concerti, grandi eventi, mostre, tutta la filiera del libro, i musei privati e gli eventi) affinché siano previsti interventi di sostegno fino a quando non potranno ripartire e tornare a lavorare. […] Dobbiamo dare certezze. […] non soltanto per quelli che potranno ripartire il 18 maggio, ma anche per quelli che potranno ripartire più avanti o che non potranno ripartire.” Speriamo. In generale non si è sbilanciato molto, in attesa che le indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico del Dipartimento della Protezione Civile vengano approvate dal Governo.

Si tratta di conferme rispetto a quelle misure che, per buon senso e rispetto della sicurezza di operatori e visitatori, i nostri musei e gli spazi espositivi stavano già iniziando a predisporre. E’ un NO alle file all’ingresso, alle audioguide e agli strumenti interattivi per raccontare il museo o le opere che prevedano di toccare lo schermo, SI a percorsi a senso unico, igienizzanti per le mani, mascherine, prenotazioni e biglietti online. Le riaperture saranno scaglionate in base alle dimensioni e alla struttura del museo (sito all’aperto, chiuso o ibrido) e al numero di visitatori che è solito ospitare.

Alimenta ancora polemiche e qualche consenso, invece, la proposta della nuova piattaforma digitale pubblica la cosiddetta “Netfix della cultura italiana”, che nascerà grazie all’accordo con la Cassa Depositi e Prestiti, per dare al nostro pubblico (e al mondo) un’offerta culturale esclusiva a pagamento.  Sarà interessante capire come questo strumento potrà rappresentare il mondo del Teatro, della Danza e dei Concerti che saranno oggetto della seconda parte di questa inchiesta e vi anticipo che ha parlare saranno: Ferdinando Bruni, Direttore Artistico, Teatro Elfo Puccini; Serena Sinigaglia, Direttore Artistico, ATIR Teatro Ringhiera; Andrea Volpintesta e Sabrina Brazzo, Direttori Artistici Jas Art Ballet; Alberto Dell’Acqua, Presidente, Lombardia Film Commission; Franco Bocca Gelsi, Presidente CNA Cinema e Audiovisivo Milano e Lombardia; Lionello Cerri, Produttore / A.D.Lumière & Co. e Fondatore / A.D. Anteo Spazio Cinema; Cinzia Masòtina, Lo Scrittoio.

 

Si partirà il 18 Maggio con Musei, Mostre e Biblioteche?  Quali sono pronti e quali no per la fase due?

prof. Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia

“Diciamo ‘forse’ a proposito del 18 maggio, perché tutto dipenderà dall’andamento epidemiologico del Covid-19. E anche dalle prescrizioni che verranno imposte a quelle istituzioni museali che intendono riaprire. Prescrizioni che saranno rese note immediatamente a ridosso del 18 maggio, con il prossimo decreto del Governo. E comunque già si parla di termo scanner all’ingresso, plexiglas alle biglietterie, tampone per i dipendenti che rientrano dopo due mesi. In ogni caso, sarà una riapertura in perdita, sia per onorare queste obbligazioni, sia per il fatto che il primo desiderio dei cittadini, dopo due mesi di quarantena, non sarà certo quello di uscire di casa e andare a visitare un museo. Anche perché un sondaggio ci rivela che due su cinque cittadini intervistati non frequenteranno i musei come prima della crisi sanitaria. Regione Lombardia ha dei criteri di riconoscimento dei musei molto restrittivi, equiparati a quelli dello Stato, in base a un provvedimento del Ministero dei beni culturali dell’agosto scorso. Su 585 musei esistenti in Lombardia, 190 sono ufficialmente riconosciuti dalla Regione. Stiamo monitorando la situazione, ma di questi 190 riapriranno al massimo 50 musei. E apriranno in perdita, sia per gli investimenti necessari e richiesti per l’apertura, sia per il modesto numero di presenze: non si presenteranno plotoni di visitatori. Riapriranno quei musei che hanno un parco o un giardino intorno, lasciando chiuse le sale espositive, oppure i siti Unesco. Regione Lombardia può vantare il maggior numero di riconoscimenti Unesco tra patrimonio materiale, immateriale e biosfera. Anche il primo sito Unesco riconosciuto in Italia vent’anni fa è nella nostra regione, è in Valcamonica, è là dove c’è la Rosa camuna, simbolo della Regione Lombardia.”   Prof. Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia

 

Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano

“Per il momento abbiamo avuto solo l’annuncio del Presidente del Consiglio; mancano i riferimenti normativi e le prescrizioni medico-sanitarie. Nella prima settimana di Marzo ci fu un allentamento delle misure di contenimento, con la parziale riapertura di musei e biblioteche, che ha permesso alla nostra Amministrazione di sviluppare in via sperimentale alcuni protocolli di sicurezza per visitatori, utenti e lavoratori. Questi protocolli rappresentano un punto di partenza utile e positivo per costruire una via responsabile e consapevole alla riapertura delle istituzioni culturali della città.” Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano

 

Come si stanno preparando gli spazi espositivi? 

Giovanni Morale, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano

“La volontà è di riaprire, ma è una situazione complessa. Siamo ancora in una fase di confronto e di studio. Prevediamo una lenta e graduale riapertura con misure molto stringenti, visto il periodo di grande incertezza. Io parlo soprattutto per le Gallerie di Piazza Scala a Milano dove i dati epidemiologici non sono certo tranquillizzanti. Su di noi pende una spada di Damocle, se aumentassero tornerebbe lo spettro della chiusura. Non riapriremo il 18 Maggio, forse per i primi di Giugno e stiamo ragionando se aprire tutti i giorni. Non abbiamo ancora disallestito la mostra di Canova, perché colti di sorpresa dall’arrivo del COVID, e non sappiamo ancora se sarà prorogata, dipende dai Musei prestatori. Sicuramente stiamo pensando di riaprire le collezioni permanenti dell’Ottocento e del Novecento.
Dovremo tenere conto di fattori esogeni, non avremo il turismo e non potremo aprire a gruppi di studenti o ragazzi o ancora di Associazioni, ed endogeni, che riguarderanno soprattutto la struttura museale. Infatti, in questo momento, siamo occupati in molti tavoli di lavoro per capire come gestire i flussi a livello fisico, come avverrà la bigliettazione on line, come saranno programmati gli orari e gestite le vie d’uscita, come garantire la sicurezza di addetti museali e visitatori. Insomma, stiamo cercando di capire quali saranno gli impatti museali delle disposizioni anti COVID-19. Ci sono anche aspetti tecnici da risolvere, non è una questione solo di volontà. C’è una grande responsabilità da parte di tutti in questo senso, anche delle Gallerie di Piazza Scala.” Giovanni Morale, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano

 

Maria Angela Previtera, Direttore Ente Villa Carlotta, Como

“Premetto che il nostro parco ha una superficie davvero molto estesa, quasi dieci ettari, inoltre il museo ha dei saloni molto ampi, spazi che consentono di rispettare le misure di distanziamento previste dai decreti ministeriali e regionali. Stiamo naturalmente mettendo in atto anche una serie di procedure per migliorare la qualità dell’accoglienza. Già all’entrata di Villa Carlotta la nuova biglietteria, un lavoro appena concluso, rende più agevole gli ingressi consentendo a chi avrà acquistato il biglietto online di non sostare e fare lunghe attese, ma di accedere subito attraverso il passaggio a loro riservato. E’ proprio sul sistema di vendita online che si dovrà puntare maggiormente, abbiamo già attivato anche una speciale convenzione con il circuito dei Grandi Giardini Italiani, di cui facciamo parte, per l’acquisto online dei nostri biglietti. Sono stati poi studiati e predisposti dei percorsi di visita, sia nel parco sia nel museo, che consentiranno di riaprire al pubblico in sicurezza. Si tratterà di vie a senso unico, con un distanziamento tra visitatori singoli o gruppi famigliari, in cui è garantito che le persone non si incrocino, ma abbiano comunque il tempo per visitare in modo sereno e completo sia gli spazi interni che il grande giardino.” Maria Angela Previtera, Direttore Ente Villa Carlotta, Como

 

Emma Zanella, Direttore Museo MAGA, Gallarate, Varese

“Siamo ansiosi di riaprire il MAGA e di riconsegnare il museo alle persone, alla città, al pubblico, di dare un segno concreto di speranza e di riappropriazione degli spazi culturali pubblici. Tuttavia, stiamo procedendo, con molta cautela in linea con tutti i musei italiani e le associazioni di categoria (AMACI, ICOM, Federculture…), per mettere in sicurezza il personale, il pubblico e le opere. Stiamo anche affrontando una situazione di grande difficoltà economica, organizzativa, gestionale e molte questioni aperte (per citarne alcune dalla santificazione degli impianti e degli spazi, alle nuove modalità di affluenza del pubblico fino alla progettazione di offerte culturali ed educative adatte ai nuovi tempi) cui tentare di dare risposte sempre pronte ad essere riallineate con l’evolversi della situazione sociale e sanitaria. Le disposizioni proposte al Governo sono in linea con quello che ci aspettavamo. E’ ovvio che le code, gli assembramenti, i dispositivi di fruizione delle opere comuni a tutti devono essere evitati.
Questo conferma che è necessario il ripensamento delle modalità di fruizione dei musei, quasi che da un lato siano portati nella dimensione più aggiornata e internazionale della rete, dall’altro in quella, storica, del museo come centro di ricerca e di studio. L’importante che il giudizio che si da sui musei sia da oggi in avanti marcato non dai numeri dei visitatori ma dalla qualità delle ricerche e proposte culturali, dal valore aggiunto che danno a tutti noi.” Emma Zanella, Direttore Museo MAGA, Gallarate, Varese

 

Roberto Mutti, Direttore Artistico, Milano Photofestival.

“Il Photofestival è stato spostato al 7 di Settembre, scommettendo con un po’ di ottimismo sul debutto della sua 15° edizione. Bisogna dare un messaggio di consapevolezza. Come ricominciare è un discorso più complesso. Stiamo già studiando delle modalità di fruizione diverse dell’evento. Si potrebbe teorizzare un percorso tra i diversi spazi coinvolti e all’interno della mostra stessa per fruirla al meglio, nel rispetto delle distanze. Non pubblicheremo solo le immagini online. Faremo, ad esempio, diverse presentazioni con poche persone, perché è bene che i contenuti on line accompagnino le mostre ma non possono sostituirle, il rapporto diretto è importante. Le presentazioni saranno organizzate in orari multipli e diversi da quelli a cui siamo abituati, nel rispetto delle regole che è giusto che tutti quanti seguiamo. Pubblico, Autori e galleristi dovranno essere tutti più disponibili ed elastici. Stiamo, poi, discutendo con gli spazi che ci ospiteranno per avere nuove date. Quali spazi? Ci saranno qui delle sfide da affrontare. Molte delle nostre mostre sono allestite in biblioteche, come si comporteranno? Sicuramente perderemo qualcuno sul percorso. Anche per i partecipanti ci saranno problemi molto pratici da affrontare. Chi aveva in preparazione delle mostre si è dovuto fermare e deve ancora stampare i propri lavori. Siamo stati tutti sorpresi dalla situazione. Tutti quanti dovremo essere pronti ad avere soluzioni di fantasia o almeno creative! Dovremo trovare ogni volta soluzioni diverse a seconda degli spazi in cui si andrà ad operare, per fortuna agli italiani la creatività non manca. Restano però molte domande aperte.” Roberto Mutti, Direttore Artistico, Milano Photofestival

 

Stefania Casini, Direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo

“Ci troviamo di fronte a un evento per noi completamente nuovo e non è facile al momento prevedere gli sviluppi nell’incertezza delle informazioni circolanti. Personalmente sto aspettando che l’Assessorato ci coinvolga in una discussione e sono anche in attesa delle indicazioni che saranno date dal Ministero dei Beni Culturali. Il Direttore Generale del settore Musei, dott. Antonio Lampis, ci sta lavorando per i Musei statali. Tali indicazioni potranno essere utili anche a noi. Nel frattempo, riflettiamo su come organizzare l’ingresso. Penso che sia necessario proteggere il personale di accoglienza con schermi in plexiglas e contingentare gli ingressi, poiché le sale non sono molto ampie e non potranno esserci più di quattro/cinque persone per sala e comunque una persona sola di fronte ad ogni vetrina, a meno che la persona non sia in compagnia di un congiunto. Il percorso sarà unidirezionale, non si potranno percorrere le sale a ritroso.” Stefania Casini, Direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo

 

“Ci auspichiamo per la fase 2 e 3 che vengano date delle direttive chiare e precise, che non ci siano tentennamenti e che sia data la possibilità di ripartire in tutta sicurezza, a prescindere ovviamente dal buon senso e dal senso di responsabilità di ciascuno di noi. Il museo della fotografia si sta preparando seguendo le norme previste dai decreti, in modo da rendere gli spazi igienizzati e creando percorsi che favoriscono la distanza sociale tra i visitatori e contenendo gli ingressi. Verranno forniti tutti i presidi per garantire la massima sicurezza al pubblico ed ai lavoratori.” Luisa Bondoni, Curatrice Museo Nazionale della Fotografia, Brescia

 

Rispetto al sistema cultura in Lombardia quali sono le cicatrici che la situazione ha lasciato? Quali debolezze ha accentuato?  In che modo sarà aiutata la Cultura Lombarda nella fase 2 e nella fase 3?

 

“I principali musei, quelli che trainano l’offerta culturale lombarda, hanno perso tra il 150 e i 200 mila euro a settimana. Anche perché da metà marzo e metà maggio si registra, tradizionalmente, il maggior numero di ingressi. Alludo alla Triennale, al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ e al Vittoriale degli italiani. Le perdite si aggirano tra il milione e mezzo e i due milioni di euro. Un vero disastro, che lascerà cicatrici molto profonde. Proprio per questa ragione stiamo riscrivendo il Programma annuale della cultura 2020, che dovrà essere poi approvato dalla VII Commissione consiliare. Prevediamo interventi a fondo perduto e prestiti. Bisogna portare a casa la pelle, evitare le chiusure definitive prima di programmare iniziative di gestione integrata del patrimonio culturale. Anche perché non ci saranno turisti per almeno un paio d’anni e i dati ci dicono che un turista su due veniva in Lombardia per la qualità della nostra offerta culturale. Bisogna allora lavorare sulla domanda interna. Ma su di essa grava un calo dell’8/9% del Pil, secondo le stime degli economisti, e vi è una paura diffusa che frena i potenziali visitatori. Ecco perché credo molto nell’innovazione tecnologica per aumentare la capacità attrattiva del sistema museale lombardo e a essa dedicheremo un bando specifico. In una situazione del genere bisogna avere il coraggio di voltare pagina, di scardinare antichi e consolidati schemi di gestione del patrimonio culturale, di osare e pensare a provvedimenti fortemente ‘rivoluzionari’. È quello che chiedo, in questo periodo di progettazione del futuro, ai funzionari dell’assessorato. Una sfida da vincere.”  Prof. Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia

 

“Posso rispondere della cultura della città, date le mie competenze. La crisi determinata dall’emergenza sanitaria ha svelato una fragilità strutturale del sistema “cultura” milanese, che è del tutto coerente e simile a quello che registriamo sul piano nazionale. La ripresa graduale delle attività comporterà un radicale mutamento della relazione stessa tra offerta culturale e comunità cittadina; da questo punto di vista la responsabilità delle istituzioni sarà quella di accompagnare il più virtuosamente possibile questi mutamenti, e incentivare ancora di più le generazioni più giovani di artisti e operatori a ridisegnare gli orizzonti di sviluppo per la produzione, l’offerta, la condivisione culturale. Si tratta ora di mettere in sicurezza l’esistenza dei soggetti di produzione culturale attivi in città, di agire in loro soccorso, per metterli nelle condizioni di riprendere a progettare, realizzare, proporre, diffondere cultura in una comunità cittadina profondamente trasformata dall’emergenza sanitaria.” Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano

 

“Il sistema cultura a livello mondiale è in ginocchio, avrà bisogno di molti aiuti, anche economici, e soprattutto dovrà essere capace di ripensare profondamente le funzioni dei musei (dei teatri, delle biblioteche e dei luoghi della cultura) puntando a un’attenzione più profonda nei confronti del territorio, a un pubblico più mirato, a progetti educativi e formativi adeguati ai nuovi tempi. I musei avranno la possibilità di rivolgersi al pubblico internazionale attraverso progetti di cultura digitale (non solo dunque di comunicazione con i canali digitali) e a un pubblico italiano, territoriale, per così dire glocal, attraverso progetti e proposte culturali che potranno essere fruite all’interno dei musei. Sarà necessario, secondo me, un confronto serrato tra i musei, il pubblico, le amministrazioni, le reti culturali, un confronto che conduca a una condivisione di visioni, di sforzi, di proposte, di economie. Condivido le preoccupazioni del Ministro Franceschini e mi auguro che il governo riesca a supportare nel migliore dei modi il mondo della cultura e del turismo: entrambi hanno bisogno della massima attenzione e tutela; le istituzioni culturali devono essere monitorate e supportate nelle loro primarie esigenze, così come gli artisti, e non solo gli artisti del pubblico spettacolo. Anche gli artisti visivi, se così possiamo ancora chiamarli: hanno bisogno di commissioni pubbliche, di poter lavorare, di essere chiamati a dare un nuovo senso e un nuovo valore alla nostra epoca. Abbiamo toccato con mano quanto la cultura ci manca e quanto siano indispensabili i luoghi che fanno cultura: sostenendo gli artisti, i creativi, le istituzioni, saremo in grado di immaginare un futuro migliore per tutti.”  Emma Zanella, Direttore Museo MAGA, Gallarate Varese

 

“Parlare di cicatrici mi sembra esagerato, direi che sono mancate delle linee guida e una visione strategica che potevano invece essere un aiuto concreto e condiviso per superare insieme questo momento di emergenza eccezionale. A questo proposito devo però ricordare che il Museo e il giardino botanico di Villa Carlotta fanno parte della Rete dei Musei dell’800 Lombardo, un punto di forza del sistema museale regionale, che ci ha permesso di poter dialogare e confrontare con altri musei e istituzioni sulle tematiche più attuali in tempo di crisi. Devo anche riconoscere che da parte dei nostri referenti istituzionali regionali c’è sempre stata una generosa disponibilità, ma molti di loro devono fare i conti con le decisioni politiche, non sempre condivise.
Al momento però non abbiamo avuto dei riscontri precisi rispetto a misure economiche o bandi che possano dare un sostegno concreto ai mancati introiti dovuti alla chiusura. In particolare, l’Ente Villa Carlotta, un ente privato senza scopo di lucro che ha in gestione un bene del Demanio, si autofinanzia con la bigliettazione, può comprendere che non avendo visitatori non ci sono entrate. E’ la prima volta in novant’anni di attività che la Villa non ha aperto i suoi cancelli nel mese di marzo! Mi chiede cosa accadrà e le rispondo che non sarà facile, ma personalmente sono ottimista, mi sono laureata in storia dell’arte più di trent’anni fa, una professione che non ha ancora oggi un albo e un riconoscimento, ma credo che la cultura e la bellezza, il paesaggio e la natura, saranno sempre per tutti noi un valore che genera conoscenza e restituisce ricchezza. Un patrimonio insomma di inestimabile valore ancora poco conosciuto e frequentato, magari questa è l’occasione per riattivare quelle buone pratiche di visita e riscoperta dei piccoli e grandi tesori del nostro paese e del territorio in cui ognuno di noi vive.”
 Maria Angela Previtera, Direttore Ente Villa Carlotta, Como

 

“Potremo rispondere a questa domanda con cognizione di causa solo una volta che saremo tornati alla normalità. Una delle cicatrici sarà certamente l’aver dovuto rinunciare finora a tutte le attività didattiche con i bambini, che prevedono l’apprendimento attraverso i laboratori. Il Museo è il luogo dove fin da piccoli si viene sensibilizzati al concetto di bene culturale e nello stesso tempo di bene comune, che si spera instilli il seme, se non della passione, almeno del rispetto per il nostro enorme patrimonio culturale. Avere dovuto interrompere queste attività significa avere tagliato fuori anche una serie di lavoratori, come gli operatori didattici. La debolezza che ha accentuato questa situazione emergenziale riguarda la peculiarità stessa dei Musei, ossia quello che nella normalità è il loro punto di forza: essere il luogo del contatto diretto tra me e l’oggetto che mi parla, essere il luogo dell’osservazione, dell’autopsia, un’attività oggi poco praticata in generale: si guardano (che è diverso dall’osservare) immagini che scorrono e se ne ricava una visione generale; al Museo si ha una visione sul particolare. E’ chiaro poi che per quanto riguarda l’archeologia la ricerca confinata entro le mura di casa può essere produttiva, ma fino a un certo punto. E’ vero che la possibilità di scambiarci tra studiosi PDF di articoli compensa l’impossibilità di entrare in una biblioteca, inoltre alcune riviste italiane e straniere hanno digitalizzato i numeri dei due secoli passati (1800 e 1900) e sono disponibili on line. Ma l’impossibilità di accedere ai reperti per studio è un limite molto grave per l’avanzamento degli studi. L’archeologo ha bisogno di toccare, osservare nel dettaglio l’oggetto che sta studiando, lo deve disegnare, non è sufficiente disporre di una buona fotografia, neanche in 3D. Inoltre, la ricerca sul campo è drammaticamente limitata. Per il momento gli scavi sono fermi, così come è impossibile procedere a survey e alle indagini alternative di superficie.” Stefania Casini, Direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo

 

“La fruibilità della cultura è stata sempre molto sostenuta soprattutto da una realtà come Intesa San Paolo, che ha già investito nell’apertura di tre musei e ne sta aprendo un altro a Torino. Diciamo che se posso dire la mia, non che voglia vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, sicuramente questo lockdown ha permesso una riflessione maggiore su cosa investire e su quali attività.” Giovanni Morale, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano

 

Parlando dei nuovi canali creati per la cultura dal lockdown, penso alla fruizione online della cultura, quali sono state le reazioni del pubblico? Cosa resterà dell’offerta culturale “virtuale”? 

 

“L’offerta culturale virtuale è stato un palliativo, molto importante per rafforzare la dimensione pubblica della cultura, il suo essere un servizio fondamentale per la società di oggi. In alcuni casi poi la dimensione virtuale ha rappresentato un interessante banco di prova per sperimentazioni di nuovi linguaggi, e processi produttivi inediti, che naturalmente in futuro potranno trovare una loro strada autonoma di sviluppo. Tuttavia, la mancanza dell’esperienza fisica della condivisione della cultura, della sua dimensione autenticamente materiale e concreta, ne ha svelato la sostanziale insostituibilità. Il teatro, la musica, la danza, l’arte, vivranno ancora, e credo in eterno, della fisicità delle loro diverse forme di espressione e fruizione.” Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano

 

“A questa domanda rispondo in modo del tutto personale. Ripeto, sono mie opinioni che possono non essere condivise e considerate anche superate, ma io la penso così. Per parlare della fruizione on line della cultura bisognerebbe specificarne gli ambiti: c’è un’offerta di alto e anche altissimo livello di video e programmi culturali di archeologia, così come di libri di divulgazione. Ma un Museo non può essere in competizione con questo tipo di offerta. Come ho già spiegato la fruizione del Museo non può essere che diretta, perché il Museo offre un’esperienza che qualsiasi digitalizzazione non può dare. Vi è lo stesso rapporto tra vedere un bel mare in un video e stare sulla riva o dentro quel mare. Quante volte abbiamo visto un oggetto, un quadro, un’opera in fotografia e quando abbiamo avuto la possibilità di vedere lo stesso oggetto, quadro, opera dal vero ci siamo stupiti dell’idea errata che ci eravamo fatti: il quadro è più grande o più piccolo, l’oggetto è più colorato o meno colorato, l’opera ha delle sfaccettature di cui non ci eravamo accorti. Visitare un Museo significa visitare anche un contesto, il palazzo in cui è inserito, le strade che vi conducono, è la possibilità di esplorare camminando. Ho visto molte visite on line e giochi per bambini di altri Musei, ma pur apprezzandone lo sforzo penso che si tratti, e che debba trattarsi, di un surrogato limitato a questo momento. E’ vero che internet è democratico, ma è anche un filtro. In questo periodo ho scritto post sulla nostra pagina Facebook riguardanti curiosità del passato, raccontate da alcuni oggetti, e personaggi famosi dell’antica Bergomum, tratti da documenti epigrafici. Mi sembra siano stati apprezzati, ma è un’attività che può essere fatta sempre. Questa è un’offerta virtuale che potrà restare. Così come le conferenze on line, anche se il rapporto diretto tra conferenziere e pubblico è tutta un’altra cosa.”  Stefania Casini, Direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo

 

“Il nostro pubblico è composto da una platea internazionale, molti sono gli stranieri, ma sono aumentati anche gli italiani, che lo scorso anno sono stati il 42% dei visitatori su un totale di oltre 230.000. Molti di loro hanno già fatto visita (anche più volte) a Villa Carlotta e altri l’hanno inserita da tempo nella loro “bucket list”. Il pubblico continua a seguirci sul digitale e sta crescendo con nostra grande soddisfazione. Poco alla volta stiamo caricando nuovi contenuti sul nostro sito (www.villacarlotta.it) con percorsi di visita dedicati al museo e al parco, condividendo delle dirette su Facebook che hanno totalizzato migliaia di visualizzazioni. Tutto quello che stiamo realizzando in queste settimane di chiusura resterà sempre a disposizione degli utenti: siamo sempre felici di accogliere visitatori da tutto il mondo ma riteniamo giusto che il nostro patrimonio sia fruibile anche da lontano, da parte di chi è animato da un grande desiderio di conoscenza ma non ha la possibilità di spostarsi.” Maria Angela Previtera, Direttore Ente Villa Carlotta, Como

 

“La via digitale è stata sicuramente maggiormente scandagliata e da questo non si tornerà indietro. Si offrirà ad un pubblico sempre più vasto avvicinando anche nuove categorie, come coloro che hanno degli handicap o delle fragilità e coloro che non riescono ad andare per motivi logistici o di distanza dalla sede museale. E’ vero che noi abbiamo già diversi laboratori per persone con fragilità psichiatriche e fisiche, però si può sicuramente allargare la base di chi li potrà fruire. Il lockdown ha permesso di vedere quanto sia grande il desiderio di vedere la bellezza e di andare nei musei. E’ stata un’opportunità per scoprire e potenziare il digitale e avvicinare alla cultura, attraverso visite virtuali o attività digitalizzate all’interno del Museo. Abbiamo mandato on line sulle nostre piattaforme social delle pillole per raccontare le collezioni, dei quiz e dei progetti per bambini.” Giovanni Morale, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano

 

“I musei e tutte le istituzioni culturali hanno finalmente imparato a guardare alla rete non come ad un espediente collaterale per comunicare se stessi, ma a un ambiente autonomo, con proprie caratteristiche, linguaggi, tempi e modalità di fruizione completamente diverse da quelle tradizionali. E’ una sfida enorme poter riversare il museo nella rete senza ricadere in espedienti poco significativi e costruiti in una dimensione semi domestica. E’ una sfida che stiamo accettando e da cui non si tornerà indietro: stiamo imparando (ad una velocità inaspettata) quante e quali opportunità la rete mette a nostra disposizione, stiamo chiedendo agli artisti contemporanei di affrontare un nuovo modo di progettare, di dialogare con il pubblico, di aprire territori di sperimentazione inediti. Anche in questo campo servono tuttavia economie dedicate, indispensabili per poter entrare nella rete in modo adeguato.” Emma Zanella, Direttore Museo MAGA, Gallarate Varese

 

“Per parlare di cicatrici è ancora presto, nel nostro caso abbiamo sopperito alla impossibilità degli eventi in museo con gli eventi on line, che stanno avendo un grandissimo successo di pubblico e stanno permettendo al museo di uscire dai confini regionali ed essere maggiormente conosciuto in tutto il territorio nazionale. Abbiamo raddoppiato anche l’offerta, creando appuntamenti che spaziano dalla tecnica, alla storia, alla contemporaneità della fotografia, coinvolgendo fotografi ed esperti di tutta Italia. Sicuramente di tutto questa nostra offerta culturale virtuale resterà la professionalità di chi ha partecipato, di chi ha organizzato e resteranno momenti di condivisione e approfondimento per chi ha assistito alle dirette.”  Luisa Bondoni, Curatrice Museo Nazionale della Fotografia, Brescia

 

“Il lockdown ci ha obbligato ad una fruizione virtuale della cultura con un’offerta vastissima. Non è certo un canale nuovo ma, il tempo libero che il pubblico aveva a disposizione da una parte e la necessità dall’altra, ha spinto tutti gli attori della cultura a mettersi alla prova, in uno sforzo creativo generale, concentrando tutte le risorse su questo canale. La situazione ci ha costretti ad attivare nuove modalità di lavoro e di relazione tra gli artisti e con il pubblico. Noi stiamo facendo una doppia operazione, da una parte mettiamo le nostre competenze e conoscenze in rete per tutti, dall’altra osserviamo ciò che fanno gli altri per migliorare. Ad esempio attraverso Instagram, dove è possibile vedere immagini particolarmente interessanti scattate da casa o magari attraverso la finestra.  Dal momento in cui viviamo in un tempo rallentato abbiamo imparato tutti quanti, operatori del settore o meno, a osservare e ad avere il tempo della riflessione, questa è una cosa che recupereremo spero.” Roberto Mutti, Direttore Artistico, Milano Photofestival

 

Quali sono i progetti che vi vedranno coinvolti nel prossimo futuro? 

 

“A breve, oltre a prepararci a riaprire i nostri cancelli, quelli che hanno visto passare i marchesi Clerici – il conte Giovanni Battista Sommariva, la principessa Carlotta e il duca Giorgio II, proprietari di questa splendida dimora – lanceremo un progetto di fundraising che abbiamo voluto intitolare “Adotta una pianta, salva la Bellezza”. Con questa campagna daremo a tutti quanti la possibilità di valorizzare ancora di più il nostro giardino che proprio il duca Giorgio, appassionato botanico, ha modellato con quinte arboree e scenografiche costruzioni vegetali, piante rare e tropicali, tanto da renderlo famoso in tutto il mondo. Attraverso questo progetto chiamiamo a raccolta gli amanti di Villa Carlotta e chiediamo loro di donare un contributo che li vedrà “genitori adottivi” di centinaia di esemplari arborei, piante e alberi, ma anche luoghi di grande fascino, del nostro parco per un anno. A fronte delle donazioni oltre a una speciale targa che verrà apposta vicino alla pianta “adottata” metteremo a disposizione delle membership card, in numero proporzionale all’importo donato, che daranno diritto al libero accesso al museo e al giardino per tutta la stagione in corso. Abbiamo già anticipato la notizia di questo importante progetto ai microfoni di una radio comasca durante una diretta Facebook e ricevuto immediatamente richieste di informazioni sulle modalità con cui supportare Villa Carlotta; siamo felici e fiduciosi.” Maria Angela Previtera, Direttore Ente Villa Carlotta, Como     www.villacarlotta.it

 

“L’iniziativa per i bambini che stiamo lanciando in questi giorni è un progetto digitale, che coinvolge tutte e tre le gallerie e partirà da Napoli. Abbiamo inventato un personaggio molto simpatico e dalla grafica accattivante, Ector, custode delle Gallerie d’Italia che viaggia tra Napoli, Vicenza e Milano facendo un percorso alla scoperta delle collezioni di Intesa San Paolo. Si tratta di un percorso con domande e giochi di colore, che i bambini potranno fare con i genitori. In pratica su Instagram ci saranno delle storie interattive con dei quiz e al termine di ogni storia si rimanderà al sito internet per scaricare il .pdf con la storia completa e anche delle proposte di attività creative per tutta la famiglia.” Giovanni Morale, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano   www.gallerieditalia.com/it/milano/

 

“Garantire la visita in sicurezza del Museo, garantire agli studiosi l’accesso ai materiali in sicurezza, continuare con la progettazione del nuovo percorso museale, visto che il prossimo autunno-inverno sarà in ristrutturazione e ampliamento, continuare con la programmazione di alcuni giochi di ruolo presso la nostra sala didattica quando il Museo sarà chiuso per lavori. E’ possibile che si possano organizzare delle attività di laboratorio per un numero limitato di bambini all’aperto, sempre in sicurezza, ma certamente per ora visite guidate e conferenze non potranno essere proposte. Tutto con la massima prudenza e attenzione, non sapendo che cosa ci aspetta dietro l’angolo. Le vacanze di prossimità? mi pare che non ci sia scelta… e in ogni caso a noi come Museo fa piacere ovviamente.” Stefania Casini, Direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo www.museoarcheologicobergamo.it

 

“Stiamo programmando delle pillole, delle anticipazioni per tenere vivo il nostro sito. Faremo un libro virtuale, senza mettere tutte le fotografie, per creare una sorta di trailer che condurrà alle mostre e per intrattenere il pubblico, perché è di questo che c’è bisogno in questo periodo. Forse a Giugno riusciremo ad organizzare qualche prima mostra, faremo diciamo così delle prove generali. Mi auguro di non vedere solo città deserte e uomini e donne con le mascherine, perché quello che oggi è importante può diventare poi retorica.” Roberto Mutti, Direttore Artistico, Milano Photofestival   www.milanophotofestival.it

 

“Per il futuro più immediato, continueremo con gli eventi virtuali in diretta dalla pagina del museo, continuando negli obiettivi di promozione, approfondimento e condivisione della cultura fotografica.” Luisa Bondoni, Curatrice Museo Nazionale della Fotografia, Brescia    www.museobrescia.net

 

“Riaprire il Museo in tempi brevi ma nella massima sicurezza per i lavoratori, il pubblico ed anche le opere. Non dimentichiamoci infatti che le questioni legate alla climatizzazione, all’areazione, alla santificazione non riguardano solo le persone ma anche le opere che devono essere conservate e valorizzate con tutti i parametri di sicurezza richiesti dalla normativa e dalla prassi della buona conservazione. Il patrimonio artistico è la mission del museo ed è al centro della propria insostituibile funzione.
Apriremo con orari ridotti e proposte mirate per il pubblico adulto, le scuole le famiglie. Intanto progettiamo la fase 3 e possibilmente 4, guardando al prossimo futuro e alla possibilità di offrire un servizio culturale di qualità, equilibrato, sostenibile, pubblico.”
Emma Zanella, Direttore Museo MAGA, Gallarate Varese   www.museomaga.it

 

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About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole. Mi trovi su Instagram: @dianacicognini.contentcreator

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