Dalla personale di Alexis Hunter a Londra alla mostra di Emma Hart a Edimburgo: 10 mostre da non perdere a dicembre nel Regno Unito
Dicembre mese festivo per eccellenza, da trascorrere in compagnia della famiglia e delle persone care. Nel Regno Unito le occasioni per godersi insieme delle belle giornate all’insegna dell’arte non mancano, nemmeno a ridosso del Natale.
Dalla prima mostra personale dedicata ai lavori di Alexis Hunter ad essere ospitata nel Regno Unito dal 2006 a oggi, allestita al Goldsmiths Centre for Contemporary Art di Londra, all’ultima mostra del vincitore del premio Turner, Martin Creed, che spinge a interrogarsi sui paradossi del mondo dell’arte, con l’esposizione di un panino, ma spolverato d’oro, dieci esposizioni da non perdere a dicembre nel Regno Unito.
Hannah Wilke
Alison Jacques Gallery, Londra
26 settembre 2018 – 21 dicembre 2019
Hannah Wilke è conosciuta per i suoi video, le sue performance e i suoi lavori fotografici e spesso si dice che il suo lavoro definisca il femminismo moderno, nonostante il rapporto complesso che lei ha con le esponenti più importanti del movimento. La mostra alla Alison Jacques Gallery, comunque, con sculture e disegni realizzati tra i primi anni ‘60 e il 1987 affronta un lato meno noto della Wilke, la sua vulnerabilità e la capacità di parlare attraverso i materiali. Le sue sculture, piegate ed espressive, sono eccezionali. Fatte di terracotta e ceramica (alcune laccate con smalti, altre grezze) così come di lattice e gomma (materiali alquanto radicali, per la sua epoca), le sue opere sone compatte, multiformi, talvolta con chiari riferimenti sessuali. Come spiegava la stessa artista: il loro processo creativo era collegato alla creazione di un immaginario specificatamente femminile.
Alexis Hunter: Sexual Warfare
Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra
23 novembre 2018 – 3 febbraio 2019
Dopo l’apertura di settembre, il Goldsmiths Centre for Contemporary Art di Londra ospita la prima mostra personale nel Regno Unito dedicata ai lavori di Alexis Hunter dal 2006. La Hunter è stata una figura di spicco del Movimento artistico femminista inglese negli anni ‘70 del Novecento ed è stata coinvolta direttamente nella Women’s Workshop of the Artist’s Union. La politica è stata inseparabile dalla sua vita e dalla sua pratica artistica. Alexis Hunter ha usato dipinti e fotografie per raccontare gli stereotipi di genere e le barriere sociologiche e istituzionali che le donne hanno dovuto fronteggiare, dal lavoro domestico al mondo della moda e allo stesso settore dell’arte.
Della mostra fanno parte opere chiave realizzate tra il 1968 e il 1986, compresi scatti fotografici realizzati in studio. Attraverso questi, la Hunter ha messo a confronto scenari difficili e spesso violenti. Insieme alle opere d’arte sono esposti schizzi e diapositive appartenenti all’archivio personale della Hunter e della Women’s Art Library all’Università di Londra. Messe a confronto con il presente, con la rinascita di movimenti femministi come il #MeToo, la forza e la rabbia delle opere della Hunter hanno il sapore della preveggenza.
Per restare in tema con “Sexual Warfare” potete pensare anche di visitare “Revisiting Women and Work”, una mostra d’archivio alla South London Gallery, aperta fino al 17 febbraio 2019 che analizza i cambiamenti nelle condizioni di lavoro delle donne nelle fabbriche.
Pierre Huyghe: UUmwelt
Serpentine Gallery, Londra
3 ottobre 2018 – 10 febbraio 2019
In questa mostra attualmente allestita alla Serpentine Gallery di Londra, l’artista francese Pierre Huyghe utilizza le neuroscienze e l’intelligenza artificiale per creare un ecosistema che abbraccia uomini, animali e tecnologia. Huyghe è famoso per la creazione di ambienti ultraterreni, e questo “mondo” in particolare non fa eccezione per la sua capacità di inserire l’occhio della mente nello spazio della galleria e di usare forze esterne per distorcere quello che pensiamo di vedere. Per allestire la mostra, Huyghe ha mostrato una serie di immagini e descrizioni a una persona, a cui è stato poi chiesto di ricrearle mentalmente. Uno scanner fMRI ha registrato questa attività psichica e l’ha inserita in una rete neurale che ha il compito di confrontare ciò che è stato immaginato con una serie di immagini. I cinque imponenti schermi al LED distribuiti per la Serpentine Gallery mostrano il risultato di questa complessa operazione.
Emma Hart: Banger
The Fruitmarket Gallery, Edimburgo
27 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019
La mostra personale dell’artista con base a Londra Emma Hart spazia tra medium diversi, per creare installazioni eclettiche ma al contempo personali che rimandano al quotidiano. Vengono presentati insieme lavori appartenenti alla mostra “Mamma Mia!” alla Whitechapel Gallery, commissionati alla Hart per la vittoria del Max Mara Art Prize for Women del 2016 e nuove installazioni che vanno sotto il nome collettivo di “Banger”. Secondo l’artista, il punto di partenza dell’esposizione sono i rapporti e le relazioni, tra membri di una famiglia ma anche tra arte e pubblico. Nelle opere compaiono oggetti di uso urbano e domestico, in diversi stati, corrotti o scolpiti in ceramica. Forchetti e coltelli rotanti, segnali stradali illeggibili, lampade che proiettano fumetti di luce per la galleria, in attesa di essere riempiti di esclamazioni.
Tate Artist Rooms: Anselm Kiefer
Herbert Art Gallery’s, Coventry
19 ottobre 2018 – 27 gennaio 2019
A Coventry, una mostra abbraccia oltre 40 anni di attività dell’artista tedesco post-bellico Anslem Kiefer. Si tratta della prima collaborazione tra la Herbert Art Gallery e la Tate Artist Rooms, il progetto che porta l’arte moderna e contemporanea nei musei e nelle gallerie del Regno Unito. La mostra offre l’opportunità unica di ammirare insieme un gran numero di dipinti e disegni, comprese la serie “Occupation” (1969) e “Palette” (1981), un dipinto dove l’artista si interroga sul suo principale mezzo espressivo. L’esposizione mette in evidenza anche come i temi dell’identità nazionale, della memoria collettiva e del giudizio persistano come forze motrici nel lavoro di Kiefer attraverso il tempo.
Penny Woolcook: Fantastic Cities
17 novembre 2018 – 3 marzo 2018
La carriera di Penny Woolcook come artista, regista e regista d’opera è sicuramente audace. Gran parte del suo lavoro è volto a mettere in luce interrogativi su questioni come l’ineguaglianza sociale e la marginalizzazione di certi gruppi. Nella sua prima mostra personale alla Modern Art Oxford, la Woolcock presenta tre nuove installazioni video e audio pensate specificatamente per il luogo, che al contempo si relazionano e reagiscono a questa città dove lei ha iniziato. “The Same Road is a Different Road” (2018) introduce due reazioni alla stessa strada di Oxford, una appartenente all’artista, una a un membro di una gang locale. “Fantastic Cities” (2018), invece, sconvolge l’idea che abbiamo di Oxford – e di Los Angeles – , dipinte dai film e dai libri come luoghi glamour, spingendo a riflettere su come questa visione non sia completa. Nel descrivere Oxford non come una città ma come un reame di mondi paralleli, la Woolcock porta all’attenzione anche il caso dell’arte dotata di una coscienza sociale.
Athi-Patra Ruga: Of Gods, Rainbows and Omissions
Somerset House, Londra
4 ottobre 2018 – 6 gennaio 2019
L’artista sudafricano Athi-Patra Ruga plasma nuove mitologie per immaginare futuri alternativi. In collaborazione con la 1-54 African Art Fair e la Somerset House, Ruga riunisce tre serie di opere che si collegano a una sola tematica: “The Future White Women of Azania” (2012-15), “Queens in Exile” (2015-17) e “The BEATification of Feral Benga” (2017-). Le opere in mostra spaziano tra mezzi diversi – dalla scultura agli intricati arazzi realizzati a mano – ma ad emergere sono soprattutto le stampe fotografiche, dove prendono vita scene vibranti e surreali popolate da personaggi che permettono a Ruga di mettere a confronto realtà culturali, sociali e politiche diverse del Sud Africa post-apartheid- Nell’immagine “The Future White Woman”, per esempio, una figura ambigua seduta a cavallo di una zebra indossa calzamaglie ed è avvolta dai palloncini, indicando una resistenza giocosa a categorie come sesso biologico, nazionalità e razza.
Martin Creed: Toast
Hauser & Wirth, Londra
30 novembre 2018 – 9 febbraio 2019
Sempre irriverente, l’ultima mostra del vincitore del premio Turner, Martin Creed, alla Hauser & Wirth di Londra spinge il pubblico a scervellarsi su dove stia lo scherzo. Sculture, arazzi, dipinti e disegni sono riuniti insieme a video e performance corali che si svolgono la notte all’aperto. Una disperazione comica pervade l’esposizione. Nel video “Difficult Thoughts” (2018) questa è rappresentata dall’azione ripetuta dell’artista di prendersi la testa tra le mani in una strada affollata di Londra o sbattere la testa contro un muro di siepi. Custodie in polimetilmetacrilato contengono oggetti privi di senso e giochi visivi, in una sorta di parodia dell’allestimento museale. Ci sono anche accenni alle stramberie del mondo dell’arte. In mostra ci sono due fette di pane tagliate, ma sono patinate in bronzo e spolverate con una generosa dose d’oro. Nonostante questa critica al reale valore delle opere, puoi comunque ritrovarti a sorridere mentre guardi il tutto.
Amie Siegel: Backstory
Thomas Dane Gallery, Londra
30 novembre 2018 – 16 febbraio 2019
A due passi dalla Royal Academy of Arts, l’ultima mostra alla Thomas Dane Gallery propone nuovi video e lavori su carta dell’artista con base a New York Amie Siegel. Occupandosi di cinema e questioni di genere, le opere cercando di decostruire gli artefatti dell’autorità maschile e del desiderio. In “The Noon Complex” (2016), una installazione video multicanale, ad esempio, vengono ricomposte sequenze del film del 1963 di Jean-Luc Godard “Le Mépris (Contempt)”, a sua volta adattamento del romanzo di Moravia “Il disprezzo” (1954). Nell’installazione la protagonista femminile del film, interpretata da Brigitte Bardot, è stata rimossa digitalmente per lasciare solo scorci vuoti della costa italiana. Su un secondo schermo, un’attrice ripropone i movimenti della Bardot generando un inquietante raddoppiamento.
Alla Tate St Ives, fino al 6 gennaio 2019, è anche possibile vedere l’opera “Provenance” sempre della Siegel, che analizza il valore degli oggetti attraverso il viaggio di alcune sedie moderniste dalla loro sede originaria, nella città indiana di Chandigarh, fino alle case d’asta e alle destinazioni finali in Europa e America.
Bloomberg New Contemporaries 2018
South London Gallery, Londra
5 dicembre 2018 – 24 febbraio 2019
Fondata nel 1949, la Bloomberg New Contemporaries presenta ogni anno oltre cinquanta nuovi artisti, tra coloro che stanno completando gli studi di belle arti o si sono laureati nell’ultimo anno nel Regno Unito in questo settore. Il gruppo di quest’anno si è appropriato del Fire Station building della South London Gallery, inaugurato di recente. Ci si deve sempre aspettare l’inaspettato, quando si tratta dei New Contemporaries: si spazia dai video e le performance che comprendono immagini in movimento ai dipinti, ai disegni e alle sculture. Dato l’ampio numero di artisti esposti che sono poi diventati figure di spicco dell’arte mondiale – Paula Rego, David Hockney e Tacita Dean hanno fatto tutti parte dei New Contemporaries, nel corso degli anni – una visita alla mostra è caldamente raccomandata.